Come vi avevo raccontato in un articolo pubblicato prima dell’estate, avevo eseguito la LESC per ridurre le adiposità localizzate nella zona della schiena e dei fianchi (le cosiddette “maniglie dell’amore”).
Dopo l’intervista al dottor Stefano Toschi, da cui ho tratto un articolo pubblicato qui sul blog e avere organizzato una diretta con lui sui social, mi ero talmente entusiasmata dei risultati mostrati e della minima invasività del trattamento, che alla fine mi ero decisa a verificarne l’efficacia.
E i risultati ottenuti con il trattamento mi avevano talmente soddisfatto che al rientro delle vacanze, appena finito il caldo estivo, ho deciso di eseguire la LESC anche sull’addome.
In realtà era una zona che avrei già voluto trattare quando ho effettuato la LESC a maggio, ma il dottor Toschi mi aveva dissuaso.
Infatti, dopo la visita preliminare, era stato molto chiaro e aveva puntualizzato: “Le zone che vuoi migliorare hanno un pannicolo adiposo non eccessivamente rappresentato e presentano anche lassità. Non ti prometto risultati eclatanti, ma vediamo cosa riusciamo ad ottenere. Infatti è bene sottolineare che più grasso c’è da eliminare, più i risultati sono evidenti anche a breve termine. Il grasso da eliminare sull’addome è minimo. Quindi aspettiamo. Se i tessuti rispondono sulla zona posteriore bene più in là eseguiremo il trattamento anche nelle altre zone” .
Ma dal momento che i risultati ottenuti erano stati eccellenti, al di sopra di ogni aspettativa, ho deciso di ritornare alla carica per ripetere il trattamento anche sull’addome. E anche il dott. Toschi, si è detto favorevole.
Ma come sempre, prima di raccontarvi la mia esperienza con la LESC, riassumiamo cosa è e a cosa serve questa metodica. Per chi volesse approfondire, consiglio la lettura dell’intervista al dott. Toschi, qui sul Blog.