Parecchi anni fa (non avevo ancora iniziato la mia avventura con Faceboost.) avevo attraversato un periodo in cui mi ammalavo di continuo. Di tutto. Le mie difese immunitarie erano a terra, probabilmente. Il mio vecchio medico di base, uomo molto informato e all’avanguardia, a cui mi ero rivolta per cercare di risollevarmi da questa fase che mi aveva lasciata molto debilitata, mi consigliò di eseguire una serie di analisi e assumere, oltre a qualche integratore (pochissimi a dire la verità), il succo di aloe arborescens, preparato seconda la ricetta di padre Romano Zago. Di fatto puntò tutto su questo.
Era un prodotto che non conoscevo e di cui non avevo mai sentito parlare e pensavo fosse la solita roba green. Quando espressi i miei dubbi al medico, lui invece mi fece notare che sull’aloe aroborescens c’erano parecchi studi alcuni prestigiosi, ed aggiunse: “Uno studio clinico su un numero cospicuo di pazienti oncologici è stato condotto proprio qui a Monza da un bravissimo oncologo e caro amico Paolo Lissoni e, se pur non conclusivo, i risultati sono stati sorprendenti. Ti consiglio di leggerlo”.
Devo dire che il mio medico aveva ragione.
Fu un toccasana, riofirii. Da allora per molti anni ho sempre effettuato due cicli all’anno più o meno ai cambi di stagione con questo succo. Poi come spesso accade è passato nel dimenticatoio. Ma due mesi fa, a seguito del mio intervento di protesi d’anca nel tentativo di rimettermi in forma il più velocemente possibile, mi è tornato in mente e l’ho acquistato.
Quando è arrivato nel suo bel barattolone di vetro dal colore verde ramarro ho pubblicato una story su instagram per sapere se qualcuno di voi conoscesse questo intruglio.
Ed ho fatto una scoperta: il 98% delle persone che mi seguono e hanno risposto non sapeva neppure di cosa stessi parlando….
Mi è parsa una lacuna enorme, da colmare immediatamente.
E quindi eccomi a raccontarvi cosa è e a cosa serve l’aloe Arborescens e quali sono gli studi scientifici condotti su questa sostanza.
Alla fine dell’articolo vi lascio, come sempre, un box riassuntivo che condensa le principali informazioni sul questa sostanza.
Cosa è l’Aloe arborescens
L’Aloe Arborescens è una pianta perenne. Fa parte delle grande famiglia delle Aloacee ed è utilizzata soprattutto, come pianta medicinale date le sue proprietà disintossicanti e rigeneranti.
L’Aloe Arborescens è originaria dell’Africa settentrionale e più in generale di molte regioni desertiche. In Italia è diffusa principalmente sulle coste del Mediterraneo, dell’Adriatico e del Tirreno, grazie alle temperature miti di queste zone.
Aloe Arborescens
Un pò di storia….
L’uso dell’Aloe come pianta medicinale, risale alla notte dei tempi.
Era già utilizzata nell’antico Egitto ed in Mesopotamia dove veniva definita “la pianta dell’immortalità” probabilmente per il suo effetto antiossidante naturale.
Ippocrate (460-337 aC) nei suoi numerosi libri di medicina ne elogia le proprietà antinfiammatorie, rigeneranti e antisettiche.
Discoride (20-70 dC) nel “De materia medica”, elenca le proprietà dell’Aloe come cicatrizzanti, antinfiammatorie e utili nelle infezioni della pelle.
Plinio il Vecchio, descrive le proprietà terapeutiche dell’Aloe, nel trattato “Historia Naturalis”
Anche in diversi passi della Bibbia è citata l’aloe:
- nel libro dei Numeri,
- nel Cantico dei Cantici
- nel Vangelo di San Giovanni (19,3) come componente della mistura usata per ungere il corpo di Gesù.
La medicina tibetana oltre a quella ayurvedica la usano ancora oggi per le loro preparazioni.
I Templari usavano l’aloe come ingrediente di una bevanda speciale che chiamavano “Elisir di Gerusalemme”.
Nel Medioevo e nel Rinascimento l’uso medicinale dell’aloe si diffuse nelle regioni settentrionali dell’Europa.
Cristoforo Colombo, passato alla storia come “l’esploratore del Nuovo Mondo”, in un suo scritto dichiara che quattro piante sono indispensabili per l’uomo: il grano, la vite, l’olivo e l’Aloe. Il primo nutre, il secondo gioisce, il terzo dona armonia e il quarto dona salute.
Anche il Mahatma Gandhi non poteva fare a meno dell’aloe. Queste le sue parole in un’intervista: “Mi chiedi quali forze segrete mi hanno sostenuto durante i miei lunghi digiuni? Ebbene, erano la mia fede incrollabile in Dio, il mio stile di vita semplice e frugale e l’aloe di cui scoprii i benefici alla fine dell’ottocento, al mio arrivo in Sud Africa”.
Dopo la seconda guerra mondiale, l’aloe arborescens è stata impiegata con successo in Giappone per curare le ustioni da napalm.
In Sud Africa, un decotto di foglie, viene somministrato alle donne per facilitare il parto.
In Giappone, le foglie sono usate come ortaggio e per alleviare la stitichezza. I preparati sono venduti come farmaci da banco per migliorare la secrezione gastrica, come purgante e per uso dermatologico uso (Stewart, 2007).
Perchè l’Aloe Arborescens?
Nel Mondo esistono oltre 350 varietà di Aloe. Le due varietà in assoluto più utilizzate e più diffuse sono:
- l’Aloe Arborescens
- l’Aloe Vera (Aloe Barbadensis miller).
Aloe arborescens
Aloe vera
Differenze tra Aloe arborescens e Aloe Vera
L’Aloe Arborescens e l’Aloe Vera, oltre ad essere due specie botaniche con struttura del tronco, delle foglie e dei fiori completamente diverse, differiscono da un punto di vista qualitativo.
L’Aloe Arborescens possiede una concentrazione di principi attivi tre volte superiore rispetto all’Aloe Vera e quindi di fatto è più efficace dal punto di vista un’attività terapeutico.
In realtà l’Aloe Vera è la più utilizzata dall’industria cosmetica e farmaceutica semplicemente perchè:
- ha una resa maggiore,
- un costo inferiore.
Quali sono le proprietà dell’Aloe Arborescens
Per capire quali sono le innumerevoli proprietà e i benefici dell’Aloe arborescens possiamo fare riferimento una review di 54 studi pubblicati dal 1976 al 2015 che indicano le diverse attività biologiche di A. arborescens
Dagli studi pubblicati è emerso che l’aloe arborescens ha proprietà:
- anti fungina,
- antibatterica,
- anti ulcera,
- cicatrizzante,
- antinfiammatoria,
- antiossidante,
- ipoglicemizzante e quindi in grado di combattere il diabete antidiabetica,
- immunomudolatorie,
- antitumorali (fegato, duodeno, pancreas, instestino, colon).
Proprietà dell’Aloe Arborescens Courtesy of https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26768148/
Quali sono i principi attivi contenuti nell’aloe Arborescens
Le attività biologiche dell’aloe sono dovute ai suoi componenti che sono:
- le glicoproteine in particolare le lectine: (Lectina P-2, Lectina S-1, Aloctina A) le quali hanno azioni
- immunomodulante,
- antimicrobica,
- antivirale,
- antitumorale,
- antiartritica,
- rigenerativa delle lesioni gastriche (ulcera),
- antinfiammatoria
- cicatrizzante,
- i polisaccaridi (Arborani e acemanno): svolgono un ruolo importante nella crescita e sviluppo degli organismi viventi. I polisaccaridi sono dei glucidi complessi con spiccata proprietà
- immunomodulante,
- ipoglicemizzante,
- antinfiammatoria
- i Peptidi (NEAU-LZS5 una nuova specie del genere Streptomyces) che svolgono azione antibiotica.
- gli enzimi: (carbossipeptidasi CPasi) favoriscono la digestione di alcuni nutrienti. Nell’Aloe è presente la lipasi (favorisce la digestione dei grassi), la proteasi (aiuta l’organismo a scomporre le proteine) e la cellulasi (facilita lo sfruttamento delle fibre). Gli enzimi svolgono un’azione:
- analgesica,
- antidiabetica,
- calmente contro le scottature,
- composti fenolici (antrochinoni come l’aloina, aloenina, barbaloina, aloe-emodina e una miscela di composti alifatici) con azione:
- antinfiammatoria
- antiossidante,
- inibente la secrezione gastrica.
Attività biologica dei componenti dell’aloe Courtesy of https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26768148/
Secondo Raffaele Capasso et al. (Aloe: Aspetti botanici, chimici, farmacologici e clinici, 2013), i componenti risultano essere:
- per circa il 60% carboidrati (zuccheri e polisaccaridi complessi solubili in acqua), che differiscono tra di loro in funzione della parte della foglia da cui il succo viene estratto,
- per circa l’8 -30%, derivati antracenici (aloina presenti nel succo e soltanto in tracce nel gel). Sono sostanze presenti nella parte più esterna della foglia. Hanno azione lassativa, analgesica, depurativa, antimicrobica, antivirale, antifungina e antitumorale,
- per circa il 6-8% e il 2-5% proteine e lipidi: la presenza di entrambe queste sostanze è maggiore nel gel piuttosto che nel succo.
Altri componenti dell’aloe che possono essere interessanti da un punto di vista biologico sono i composti fenolici, gli acidi organici e gli aminoacidi, alcune vitamine e minerali e i composti volatili. In particolare:
- i sali minerali: tra cui calcio, cromo, ferro, fosforo, germanio, magnesio, manganese, potassio, rame, selenio, sodio e zinco,
- le vitamine: nell’Aloe troviamo quasi l’intero spettro delle vitamine disponibili in natura, tra cui le vitamine liposolubili A ed E, e le vitamine idrosolubili, quali la vitamina C e l’intero complesso del gruppo B (B1, B2, B3, B6, B9, compresa la B12),
- Aminoacidi: dei 22 aminoacidi presenti in natura, l’Aloe ne contiene ben 20, tra cui 7 dei 9 aminoacidi essenziali,
- Acido salicilico: con funzione antinfiammatoria e antidolorifica.

Componenti antrachinonici e loro caratteristiche
I componenti antrachinonici presenti nell’aloe rendono il prodotto colorato, con un sapore amaro e conferiscono un effetto lassativo. Da anni vengono impiegati nella preparazione di farmaci OTC (over the counter) e di amari.
Le principali molecole che fanno parte del gruppo degli antrachinoni sono:
- Acido aloetico: presenta un’azione antibiotica naturale, soprattutto in associazione con gli altri antrachinoni presenti nell’aloe,
- Acido Cinnamico: intensa attività antibiotica, antibatterica, germicida, efficace contro vari batteri quali quelli del genere salmonella, streptococchi e stafilococchi,
- Acido Crisofanico: è depurativo, diuretico, lassativo, con proprietà eupeptiche e tonificanti,
- Aloemodina: ha importanti effetti citotossici soprattutto nei confronti di cellule precancerose e cancerose di particolari tumori, come numerose osservazioni sperimentali in vitro e in vivo hanno dimostrato,
- Aloina: ha azione lassativa, disintossicante, antibiotica e antitumorale.
L’aloe Arborescens è tossica?
E’ importante rispondere a questa domanda dal momento che c’è chi sostiene che l’Aloe sia irritante o tossica per il suo contenuto di derivati antracenici come l’aloina, aloenina, barbaloina. Si tratta di sostanze che rendono il prodotto colorato, conferiscono un sapore amaro e un effetto lassativo, e che da anni vengono impiegati nella preparazione di farmaci OTC (over the counter) e di amari.
Le foglie di aloe ad alto contenuto di aloina
Uno studio del 2008 di Matsuda e altri ha esaminato a quale dosaggio il succo di aloe arborescens poetesse diventare tossico. Lo studio condotti sui ratti e durato un anno ha messo in evidenza che l’aloe Arborescens diventa effettivamente tossica, quando si supera il dosaggio del 4% del peso corporeo. Le manifestazioni riscontrate sono gravi e i ratti presentavano.
- diarrea,
- diminuzione o mancato aumento del peso corporeo,
- aumento del bianco dei globuli rossi,
- diminuzione del calcio,
- grave dilatazione del seno
Lo studio si è concluso sottolinenando che al dosaggio corretto, dello 0,16%, equivalente a 87,7 e 109,7 mg per kg di peso corporeo al giorno, sia nei maschi che nelle donne, il succo di aloe non ha mostrato alcun effetto avverso.
Tale dosaggio equivale più o meno a 3 cucchiai da minestra o 3 misurini da 10/15 ml al giorno.
Un altro studio del 2009 di Yokohira et al., ha cercato di valutare la tossicità e il potenziale cancerogeno dell’Aloe arborescens nella dieta al dosaggio del 4% e dell’0,8% in un gruppo
di ratti.
I risultati dello studio, che si è protratto per due anni, hanno indicato che l’aloe:
- ha esercitato un potenziale cancerogeno sul colon ad un dosaggio del 4%. Questo è dovuto al fatto che, a quel dosaggio, l’aloe provoca diarrea con conseguente irritazione del colon il quale di conseguenza diventa più vulnerabile e soggetto a sviluppare tumori,
- non è cancerogeno a dosaggi non tossici pari allo 0,8% di peso corporeo.
Il succo di Aloe arborescens senza antrochinoni è efficace?
Nonostante gli studi esaminati nel paragrafo precedente abbiano messo in evidenza che il succo di Aloe arborescens è NON tossico ai dosaggi prescritti, molti autori hanno pensato che potrebbe essere opportuno eliminare l’Aloina e gli antrochinoni, dalle preparazioni a base di Aloe.
L’aloina come osservato, è una sostanza che rientra nel gruppo degli antrachinoni, i quali hanno effetto lassativo e digestivo.
In individui particolarmente sensibili, a dosi elevate e nelle fasi iniziali di utilizzo dell’Aloe, si possono osservare episodi di diarrea. Tanto è vero che si consiglia di iniziare il trattamento con gradualità. Se però la dose assunta è corretta, entro pochi giorni dall’inizio dell’assunzione del succo, l’effetto collaterale tende ad attenuarsi fino a scomparire.
Proprio per evitare questo inconveniente e rendere la preparazione più gradevole, molti produttori, invece di usare l’intera foglia dell’aloe, preferiscono utilizzare solo il gel di Aloe, carente degli antrochinoni.
In questo modo la preparazione s’impoverirebbe di componenti dotati di straordinarie capacità fitoterapiche (4,5,7), e si andrebbero a perdere le importanti proprietà:
- disintossicanti,
- antibatteriche,
- antivirali,
- antiossidanti
- antitumorali.
Tanto è vero che anche nel libro di Raffaele Capasso et al. (Aloe: Aspetti botanici, chimici, farmacologici e clinici, 2013) si sottolinea che “…. Ancora oggi si fa confusione tra il succo e il gel, anche se entrambi utilizzati per diverse ragioni in medicina. Comunque, mentre alcuni studiosi hanno chiaramente distinto i due prodotti , altri hanno dettagliatamente descritto soltanto il gel . Resta, comunque, la controversia circa l’efficacia del gel, che può essere talora incolore e altre volte colorato, cioè contenere o meno i componenti chimici (derivati antracenici) del succo . Ovviamente questo non aiuta a definire le proprietà biologiche di certi componenti, poiché l’effetto sinergico potrebbe non verificarsi nei casi in cui si tengano separati i componenti del gel e quelli del succo. Inoltre, dalla polpa della foglia di Aloe si possono separare il gel liquido e viscoso, la parete e la membrana cellulare e le microparticelle di organelli subcellulari: queste tre frazioni contengono una diversa quantità di polisaccaridi e di altri componenti. Pertanto, da come viene “processata” la foglia di Aloe per ottenere il gel, si ottengono prodotti diversi con composizione chimica diversa e quindi una diversa efficacia”
E’ inoltre importante sottolineare che più del principio attivo preso singolarmente, è fondamentale la sinergia delle sostanze farmacologicamente attive presenti nell’Aloe, in quanto in grado di interagire tra di loro utilmente e quindi determinare l’efficacia del preparato.
Infatti alcune sostanze che prese singolarmente potrebbero risultare tossiche, in associazione con altre, diventano utili e medicamentose.