Molte volte nelle dirette sui social e in alcuni articoli ho parlato di Carbossiterapia.
Ma dal momento che il primo articolo su questo argomento è un pò datato, ed attualmente con i nuovi studi scientifici sia la metodica che i macchinari hanno subito delle evoluzioni, credo sia opportuno ritornare sull’argomento per aggiornare le nostre conoscenze. In modo da essere più preparate quando vi trovate ad eseguire una terapia di questo tipo assolutamente operatore dipendente in cui le variabili, e lo vedremo insieme in questo articolo, che entrano in gioco, a seconda dell’inestetismo da trattare sono tantissime (flusso, inclinazione dell’ago, volumi erogati ecc) .
Inoltre non ho mai pubblicato nessun video i cui illustro come viene eseguita la carbossiterapia nelle varie parti del corpo che invece ritengo possa esservi utile per capire cosa vi dovete aspettare da un trattamento di questo tipo.
Ecco quindi a ricapitolare, alla luce delle nuove evidenze scientifiche, cosa è e a cosa serve la carbossiterapia, come deve essere eseguito il trattamento e ovviamente a raccontarvi la mia esperienza ultradecennale con questa tipologia di trattamento.
Cosa è la carbossiterapia
La Carbossiterapia è un trattamento medico che consiste nell’iniettare anidride carbonica (CO2) sotto forma gassosa nel derma o nel tessuto sottocutaneo, a scopo terapeutico.
La carbossiterapia in zona perioculare
Un pò di storia
L’utilizzo terapeutico dell’anidride carbonica nasce nel 1932, presso la stazione termale francese di Royat. All’epoca veniva utilizzata per trattare le malattie vascolari e il trattamento consisteva in bagni in acqua termale particolarmente ricca di anidride carbonica (CO2). Questo gas, normalmente prodotto dall’organismo, a determinate dosi, è in grado di stimolare la respirazione ed il sistema nervoso, oltre ad avere una benefica azione vasodilatante, in grado di ripristinare il regolare flusso sanguigno. La presenza di questa sostanza nell’acqua, produceva una sensazione di calore sulla pelle, con un arrossamento dovuto all’apertura dei capillari.
Solo successivamente, sempre in Francia, si iniziò a iniettare anidride carbonica per via sottocutanea per sfruttarne gli effetti farmacologici.
In Italia la carbossiterapia è approdata negli anni ’90, presso la stazione termale di Rabbi a Trento con modalità analoghe a quelle utilizzate alla stazione termale di Royat in Francia
A cosa serve la carbossiterapia
Gi studi clinici sulla carbossiterapia (vedi sezione bibliografia) hanno evidenziato effetti benefici su:
- il microcircolo e sulla circolazione sanguigna,
- sul sistema linfatico,
- il tessuto adiposo,
- sull’elasticità cutanea.
Ha inoltre un importante effetto antidolorifico di cui ancora non si è risusciti a capire il meccanismo d’azione.
Quali sono le patologie o gli inestetismi che possono essere migliorate con la carbossiterapia
La carbossiterapia è utile per migliorare le problematiche caratterizzate da una sofferenza della microcircolazione o che traggono benefici da una migliore ossigenazione dei tessuti.
Per il suo meccanismo di azione la carbossiterapia è quindi efficace nel trattamento:
- dei disturbi del microcircolo e insufficienza venosa (una condizione caratterizzata da insufficiente ritorno venoso al cuore),
- della cellulite. Attualmente è considerata la terapia più efficace per combattere in particolare questa patologia,
- delle adiposità localizzate,
- della lassità cutanea e dell’invecchiamento cutaneo in generale,
- nelle depressioni post liposuzione
- delle smagliature e delle cicatrici,
- delle patologie dolorose e infiammatorie ,
- di varie forme di alopecia
- delle ulcere diabetiche,
- nella microangiopatia,
- atrofia vaginale e vulvare.
Inoltre l’utilizzo della carbossiterapia, migliorando l’ossigenazione della cute, consente un miglioramento della texture e della luminosità cutanea.
Si è rivelata inoltre utile per:
- trattare la psoriasi,
- accelerare la riduzione degli edemi post chirurgici.
Qual è il meccanismo d’azione della carbossiterapia
Gli effetti benefici della carbossiterapia sono di tipo:
- meccanico
- chimico.
Tali effetti si manifestano:
sulla circolazione:
- azione meccanica: la carbossiterapia provoca l’aumento della velocità del flusso sanguigno e l’immediata riapertura dei capillari chiusi. Si tratta di un effetto che non è solo momentaneo ma dopo alcune sedute terapeutiche si osserva una ”restitutio ad integrum” del quadro microcircolatorio. Quindi migliorando il microcircolo e, di conseguenza, l’ossigenazione dei tessuti la pelle diventa più luminosa, più tonica e compatta. Le scorie vengono smaltite più facilmente, i gonfiori, la ritenzione idrica e i ristagni di liquidi si riducono. Inoltre nel lungo termine la carbossiterapia provoca angiogenesi (produzione di nuovi vasi sanguigni). Evidenti miglioramenti sono apprezzabili nei pazienti che presentano:
- insufficienza venosa agli arti inferiori, infatti, la somministrazione sottocutanea di CO2 determina, fin dalle prime sedute, un netto miglioramento dei problemi legati alla stasi venosa e alla riduzione dei fini capillari (teleangectasie),
- cellulite: migliorando il microcircolo, si ha una notevole miglioramento dell’effetto a “buccia d’arancia”. Inoltre la carbossiterapia nel lungo termine provoca angiogenesi (produzione di nuovi vasi sanguigni),
- azione chimica: determina un aumento dell’ossigenazione dei tessuti (cosiddetto effetto Bohr ),
Microcircolazione su cui agisce la carbossiterpia
Effetto Bohr schematizzato. Courtesy of Prof Vincenzo Varlaro
Effetto terapeutico della carbossiterapia sul microcircolo. A sx prima del trattamento a dx una settimana dopo 12 sedute. Immagine ottenuta con Capillaroscopia a Sonda Ottica (Università degli Studi di Siena)
sul sistema linfatico:
- l’uso della CO2 medicale, stimolando il drenaggio linfatico, aumenta la velocità di eliminazione delle scorie. I gonfiori, la ritenzione idrica e i ristagni di liquidi si riducono. Proprio per questo è utile anche nei casi ad esempio di linfedema;
sulla pelle (effetto biostimolante/biorivitalizzante):
- azione meccanica: lo scollamento controllato (iperdistensione) dei tessuti sottocutanei operata dal flusso di CO2 stimola i fibroblasti a produrre più acido ialuronico, collagene ed elastina con un conseguente miglioramento dell’elasticità e del turgore della pelle, effetto dimostrato da molti studi scientifici (vedi sotto). Studi istologici hanno dimostrato come, analizzando la pelle successivamente al trattamento si è osservato un ispessimento del derma, determinato dall’aumento delle fibre di elastina e collagene,
- azione chimica: l’ossigenazione delle cellule della pelle le stimola a riprodursi più velocemente comportando un miglioramento della texture e della luminosità cutanea.
Azione del gas sul derma che mostra una maggiore diffusione delle fibre collagene ed elastiche rispetto al pre trattamento (Università degli studi di Siena)
sul tessuto adiposo: la carbossiterapia permette una riduzione dell’adiposità localizzata per la sua:
- azione meccanica: il flusso di CO2 rompe le membrane delle cellule adipose con un’azione di distruzione del grasso (azione lipoclasica diretta) mantenendo vasi e tessuto connettivo indenni
- azione chimica: il maggiore apporto di ossigeno ai tessuti favorisce i processi ossidativi degli acidi grassi (enzimi in grado di sciogliere i grassi) stimolando la riduzione del grasso (lipolisi)
Effetto lipoclasico della carbossiterapia . Immagine da referto istologico dopo il trattamento
Come viene eseguito il trattamento di carbossiterapia
L’anidride carbonica medicale viene somministrata tramite un ago corto e sottile ( 27/30 G di 11/13 mm) collegato ad un circuito che a sua volta è collegato a ad un macchinario che eroga CO2 a flussi variabili.
L’ago utilizzato in carbossiterapia
L’erogazione del gas avviene in modo
- controllato,
- programmabile in funzione.
- della problematica che si desidera migliorare,
- della resistenza incontrata nei tessuti del paziente.
Si effettuano varie iniezioni, in modo tale da coprire l’area interessata dall’inestetismo che si vuole correggere.
Durante il trattamento si produce un leggero enfisema, (rigonfiamento) della cute al passaggio del gas, a cui segue:
- una sensazione di calore/bruciore più o meno intensa,
- eritema cutaneo, segno di vasodilatazione.
Enfisema provocato dal trattamento con CO2