La rivitalizzazione del collo e del decolletè con un protocollo combinato innovativo. La mia esperienza

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Ho conosciuto la dottoressa Enrica Zorzan, medico estetico e chirurgo maxillo facciale, ad un congresso. Uno dei primi ai quali ho partecipato. Conosceva già il mio blog che era agli esordi. Fu lei a riconoscermi e mi fermò. Fu gentilissima. Mi fece i complimenti per quello che stavo facendo e mi chiese quali erano stati i tempi di recupero effettivi dopo un peeling di Obagi , che avrebbe voluto provare. Lo avevo già testato e dalla mia esperienza avevo tratto un articolo. Mi disse: “Sai ho tre figli piccoli da accompagnare a  scuola e, anche se faccio il medico estetico, non mi va di andare a prenderli tutta rossa e spellata.”

Da allora sono successe tante cose belle e anche molto brutte, ma Enrica per me c’è sempre stata. Anche nel mio “periodo buio”,  in cui non sapevo che fare della mia vita e del mio blog, mi  ha sempre incentivato ad andare avanti e a non mollare. Nonostante  il lavoro e la famiglia numerosa (tre figli di 10, 8 e 6 anni), lei un pensiero per me l’ha sempre avuto.  Ed ha sempre trovato un momento per inviarmi un messaggio, anche per un semplice buongiorno o una buona notte. Insomma un perla rara, proprio come vi ho raccontato nell’articolo precedente  a proposito dottoressa Zazzaron. Non a caso le due  lavorano insieme. E sono entrambe venete (sarà l’aria che spira da quelle parti?). Hanno questa umanità e sensibilità che ti fa sentire accolta e ti fa stare bene.

Sono stata a trovarla ultimamente nel suo studio ad Udine. Bellissimo. Abbiamo trascorso insieme una giornata entusiasmante in cui ho potuto vedere da vicino ed apprezzare la modalità di lavoro della dottoressa. Il suo approccio  attento, meticoloso e pronto all’ascolto delle esigenze delle pazienti è rassicurante. La dottoressa  ha scelto di svolgere l’attività di medico estetico, nonostante la sua specializzazione in chirurgia maxillo facciale,  per la sua passione per la bellezza naturale che deve essere rispettosa dell’unicità di ciascuno di noi. E da questa sua passione per  l’armonia delle forme  è nata l’idea di creare  una pagina Facebook  molto interessante Ogni giorno ha bisogno di bellezza

Con lei abbiamo parlato di tante cose. Mi ha raccontato delle ultime novità e dei  protocolli, tutti molto interessanti,  messi a punto da lei stessa, in cui mixa varie tecniche e metodiche. La dottoressa è una vera sperimentatrice, sempre alla ricerca di trattamenti e protocolli innovativi ed efficaci da proporre.

Tra i protocolli perfezionati che mi ha illustrato, un paio in particolare ci sono parsi particolarmente adeguati alle mie esigenze e problematiche. TUTTI SENZA AGHI. Ho quindi deciso di provarli per raccontarvi la mia esperienza e per proporre qualcosa di valido a tutte le mie amiche agofobiche.

Il primo trattamento testato di cui vi parlerò di seguito, consiste nell‘applicazione di due prodotti in rapida successione:

Ma come sempre, prima di raccontavi la mia esperienza, vediamo di capire cosa sono il PRX t33  e l’EGFactor Repair e a cosa servono. E perchè è così utile applicarli in contemporanea.

Che cos’è il PRX-T33 

Il PRX-T33 è un peeling composto ad azione biorivitalizzante  e minimamente esfoliante.

 

Quali sono gli agenti chimici che compongono  il PRX-T33

PRX-T33 è composto da:

  • acido tricloroacetico (TCA) per il 33% ,
  • acido cogico per il 5%,
  • perossido di idrogeno (acqua ossigenata) a bassa concentrazione.

A cosa serve un peeling a base di acido tricloracetico

Il TCA (acido tricloracetico) è una sostanza utilizzata da molti anni in medicina estetica per le sue proprietà ristrutturanti.

Un peeling a base di (TCA) serve infatti principalmente a ridurre i segni dell’invecchiamento fisiologico e foto indotto e,  a seconda  della sua  concentrazione,  può arrivare più o meno in profondità.

A concentrazioni del:

  • 10-30% permette di eseguire peeling superficiali e consente di:
    • combattere rughe sottili,
    • rendere la pelle più luminosa,
    • schiarire le macchie più superficiali,
    • migliorare l’acne,
    • eliminare  le cheratosi superficiali,
    • pulire la  pelle in profondità
    • chiudere i pori dilatati.
  • 35-50%, si effettuano peeling medi e profondi ai quali consegue una esfoliazione severa che raggiunge gli strati più profondi della pelle a cui può seguire in molti casi astensione dalla vita sociale. Viene utilizzato per:
    • eliminare le cicatrici dovute all’acne,
    • per attenuare le rughe più profonde,
    • schiarire  le macchie più profonde,
    • ricompattare la pelle e ridurre la lassità del viso.

Quale funzione svolge l’Acido Cogico

L’acido Cogico è una sostanza  depigmentante: agisce inibendo la produzione di melanina  e svolge attività antiossidante.

Può  essere utilizzato da solo o  associato ad altre  sostanze esfolianti. L’applicazione di molecole schiarenti con sostanze esfolianti ne facilità la penetrazione e promuove efficacemente l’eliminazione dello strato più superficiale  delle pelle stimolando un efficace  turn-over cellulare ed eliminando il pigmento accumulato in esso.

Trova valida applicazione nei casi di:

  • cheratosi,
  • iperpigmentazioni dovute all’invecchiamento cutaneo.

Inoltre può essere impiegato nella prevenzione delle  pigmentazioni post-infiammatorie

Quale  funzione svolge il  perossido d’idrogeno a bassa concentrazione

Il perossido d’idrogeno a bassa concentrazione , raggiungendo il derma papillare esplica  interessanti funzioni di regolazione del metabolismo cellulare:

  • migliora l’affinità dei fattori di crescita dei fibroblasti,
  • regola l’attività dei linfo-monociti, 
  • modula l’infiammazione prodotta dal TCA,
  • potenzia  l’espressione dei fattori di crescita dell’endotelio vascolare e del suo recettore, facilitando l’avvio dell’angiogenesi (creazione di nuovi casi sanguigni),
  • interviene nel rimodellamento della matrice extracellulare.

Diversi studi scientifici hanno infatti evidenziato il ruolo centrale del perossido d’idrogeno (H2O2) nella riparazione dei tessuti. Le ferite che danneggiano la rete vascolare possono ridurre il flusso di ossigeno e quindi ostacolare i meccanismi di riparazione.

La ricerca su modelli sperimentali ha dimostrato che mentre l’applicazione di H2O2 ad alta concentrazione (3%) rallenta drammaticamente il processo di riparazione, la presenza di un ambiente redox ha un effetto positivo sulla guarigione di una ferita e che l’applicazione topica a bassa concentrazione (0,15%) di H2O2 accelera il processo di guarigione.

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