“Rimpolpare” la pelle con l’insulina: intervista alla dottoressa Simona Varì

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Ho conosciuto la dottoressa Simona Varì, medico estetico, (www.medico-estetico.info), per puro caso su Facebook. Ora voi tutti sapete che Facebook ci \”osserva\” e ci “monitora” (come una sorta di \”grande fratello\”, è proprio di questi giorni lo scandalo di Cambridge Analytica), conosce quelli che sono i nostri gusti, le nostre passioni, le nostre aspirazioni.

La dottoressa Simona Varì

E’ evidente, e non solo a Facebook, che io sia un’utente appassionata di estetica, di bellezza e benessere e che di questo mi occupo. Ed è chiaro che il social network mi proponga amicizie, collegamenti, acquisti, correlati alla mia passione.

Ebbene è proprio  così che ho conosciuto la dottoressa Varì che un  bel giorno, la scorsa estate, è comparsa sulla mia bacheca. La dottoressa è infatti molto attiva su Facebook e si è inventata una modalità di diffondere informazioni nel suo settore in modo molto professionale, ma insieme accattivante, con semplicità ed anche un pizzico di ironia. Ogni mercoledì sera trasmette  delle dirette video in cui parla di argomenti che riguardano di volta in volta tematiche diverse e sulle quali, chi la sta seguendo in quel momento, può porle domande alle quali lei risponde in diretta.

Cominciando a seguirla, mi sono resa conto che la sua visione della medicina estetica e del ritocchino era in linea con la mia. Da effettuare in un’ottica di accompagnamento all’invecchiamento di mantenimento e di miglioramento di alcune imperfezioni, ma sempre senza eccessi.

Ed è stato proprio durante una sua diretta che ho saputo che la dottoressa aveva iniziato ad utilizzare un trattamento molto innovativo, la bioristrutturazione con insulina, del quale avevo già letto parecchio e di cui avrei voluto sapere di più, ma a proposito del quale non ero ancora riuscita a trovare nessun medico che avesse iniziato ad utilizzarla.

Informandomi un pò in giro ho scoperto che la dottoressa è molto conosciuta ed apprezzata non solo per le sue capacità professionali, ma anche per la sua capacità di saper ascoltare ed entrare in sintonia con i pazienti. Ho deciso quindi di contattarla per sapere se poteva svelarmi qualcosa di più in merito a questa metodica così innovativa. Lei, molto gentilmente, ha accettato subito.

Sentiamo che cosa mi ha raccontato.

Che cosa è l’insulina?

L’insulina è un ormone che viene naturalmente prodotto da alcune cellule del pancreas e permette alle cellule dell’organismo di utilizzare il glucosio presente nel sangue per ottenere energia. E’ il principale ormone responsabile del controllo, della captazione, dell’utilizzo e dell’immagazzinamento di sostanze nutritive cellulari e si lega a specifici recettori.

Si sente parlare di bioristrutturazione con insulina. Che cosa s’intende? 

Nel caso dell’insulina non è corretto parlare  di bioristrutturazione. E per spiegarne la ragione  è d’obbligo una premessa. Quando parliamo di punturine rivitalizzanti è indispensabile fare riferimento a due grandi categorie:

  • la biostimolazione, la quale  lavora più in superficie e tende a stimolare il collagene reticolare quello “buono “ giovanile di tipo 3 e di conseguenza migliorare le funzioni biologiche della cute attraverso una stimolazione non solo riparativa, ma soprattutto rigenerativa (rigenerazione dermica),
  • la bioristrutturazione o biorivitalizzazione che invece tende a stimolare la produzione di collagene cicatriziale fibrotico (di tipo 1). E’ un trattamento iniettivo che viene utilizzato generalmente sulle pazienti più adulte generalmente  con pelli mature ed ipotoniche in cui si ha già una presenza notevole di collagene fibrotico e nelle quali diventa praticamente impossibile riuscire a stimolare la produzione di quello giovanile (di tipo 1).

In entrambe queste grandi categorie l’obiettivo  è sempre e comunque quello di stimolare i fibroblasti

Il trattamento con insulina, sebbene venga definito di bioristrutturazione invece  non si inserisce in nessuna di queste due suddivisioni in quanto il target dell’insulina non sono i fibroblasti, bensì le cellule adipose.

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