Come ho già raccontato nell’articolo La mastoplastica additiva: la mia esperienza, ho effettuato l’intervento di Blefaroplastica completa (inferiore e superiore) circa 15 anni fa, contemporaneamente al cambio protesi al seno e ad una minima liposuzione per eliminare le culotte de cheval e ridurre il punto vita. Tutti e tre gli interventi in una sola volta.
Qual era il mio inestetismo
Sui 39 anni infatti, iniziai a pensare di dare una “sistematina” al mio contorno occhi. Volevo migliorare le mie occhiaie congenite, sempre più scure e profonde, che mi appesantivano lo sguardo e mi davano un’espressione triste e stanca. Cominciai a cercare soluzioni di tipo temporaneo, ma allora non esistevano tutti i vari tipi di fillers né le varie tipologie di laser che sono a disposizione oggi.
In questa mia ricerca, capitai, inoltre, nelle mani di un medico incompetente che mi creò un “ponfo” sotto un occhio, non so neppure con quale tipo di materiale (all’epoca ero inesperta e non facevo troppe domande!), che mi sono portata dietro per anni (racconto la mia esperienza nell’articolo I fillers).
I miei occhi l’estate precedente alla blefaroplastica. Notare la minima quantità di pelle eccedente nella palpebra superiore
Quell’inconveniente mi fece riflettere che, forse, sarebbe stato meglio optare per una soluzione chirurgica e quindi definitiva. Ma dovevo capire se si trattava di una strada percorribile e con quali risultati. Insomma se c’era l’indicazione all’intervento oppure no.
Nel frattempo mi ero trasferita a Monza. Con Milano ad un tiro di schioppo, che pullulava di chirurgi plastici e medici estetici ad ogni angolo, a me, da sempre alla ricerca della bellezza e che arrivavo dalla provincia, dove le donne si prendono cura di loro stesse, ma non ai livelli di una grande città (in provincia alcune tecniche neppure arrivano!), sembrò di essere arrivata nel giardino dell’Eden.
Ogni giorno venivo a conoscenza di trattamenti nuovi di cui non avevo mai sentito parlare che promettevano miracoli e nei quali all’epoca credevo, pensando che potessero essere davvero risolutivi.
La “soluzione” indicata per il mio inestetismo
Cominciai ad informarmi attraverso la rete di amicizie su quali fossero i chirurghi plastici migliori a cui potermi rivolgere (internet aveva appena fatto capolino) ed iniziai un lungo pellegrinaggio presso alcuni di loro, soprattutto per capire quali soluzioni proponevano al mio problema. Il responso fu blefaroplastica, da parte di tutti indistintamente. Blefaroplastica nella palpebra inferiore che, a quel punto, sarebbe stato meglio effettuare anche nella palpebra superiore (già che c’ero!) dove cominciava ad esserci un accenno di pelle in eccesso.
Ero molto indecisa. Parlai anche con il chirurgo/amico che mi aveva operato al seno e che aveva operato di blefaroplastica anche una mia carissima amica. Ma non mi convinceva. Innanzitutto perché, alla fine, non ero rimasta poi così soddisfatta del risultato nell’intervento di mastoplastica e poi perché operava in sedazione profonda con la collaborazione del paziente. In pratica, per evitare di togliere troppa pelle, in alcune fasi dell’intervento si sospende la sedazione e si chiede al paziente di aprire e chiudere gli occhi. Questa collaborazione non mi piaceva per niente. Avevo paura. Cominciai a cercare qualcuno esperto in interventi di blefaroplastica effettuati in anestesia totale. A quel punto mi si accese una lampadina. Se mi operano in anestesia totale, pensai, potrei, nello stesso intervento, cambiare anche le protesi.
Non ci potrete credere, ma nella scelta mi venne in aiuto mio marito. Era rassegnato o almeno sembrava. Avrà pensato: tanto questa si opera comunque, tanto vale che vada da uno capace. Aveva conosciuto, ad un pranzo di lavoro, un chirurgo plastico brasiliano (il Brasile vanta il primato assoluto in fatto di chirurgia plastica) che gli era stato presentato come “un mago”. Gli aveva parlato di me e mi aveva già prenotato una visita nel suo studio.
Andai. Mi colpì. Un vero personaggio. Un poeta. Aveva un grande senso estetico ed un vero culto per la bellezza. Mi disse che non avrebbe avuto problemi ad effettuare la blefaroplastica in anestesia totale e cambiare anche le protesi.
Inizialmente mi parlò di blefaroplastica transcongiuntivale ma poiché io volevo eliminare l’occhiaia e liftare anche la parte inferiore, togliendo quel poco di pelle in eccesso che avevo, consigliò la blefaroplastica con incisione esterna. Mi disse che disponeva di un calibro che gli avrebbe permesso di capire l’esatta quantità di pelle da togliere, senza necessità della mia collaborazione.
Devo dire che affrontai l’intervento a cuor leggero senza fare né farmi nè fare al medico troppe domande, non chiesi né dei rischi, né delle eventuali complicanze. Niente di niente. Andai e basta.
Uscii dalla clinica, come potrete immaginare, parecchio malconcia. Gli occhi erano gonfi e lividi per la blefaroplastica, per la liposuzione avevo dovuto indossare una guaina molto stretta che mi impediva di camminare bene. Almeno il seno non era molto dolorante. Dolore sì, ma sopportabile