All’evento ELEA (Eufoton Laser Expert Academy), che si è svolto a Milano a ottobre di quest’anno e al quale ho partecipato, ho assistito alla presentazione di un nuovo strumento laser, studiato appositamente per l’epilazione, Spectrum® HR con tecnologia Evermoove®, prodotto dall’azienda Eufoton, che sembrava promettere meraviglie.

Ora è indubbio che quando si presenta una novità e tale novità è esposta direttamente dall’azienda che la sta lanciando, i toni non possono che essere entusiastici. Ma qui la cosa mi pareva differente. In aula erano presenti medici che avevano provato la metodica e che, pur avendo utilizzato altre tipologie di laser, si dichiaravano strabiliati dai risultati ottenuti, in tempi brevissimi, con tale apparecchiatura.
Ovviamente sono rimasta talmente incuriosita che ho deciso di approfondire. Mi sono avvicinata al medico che aveva presentato la relazione, dott. Simone Ugo Urso, medico estetico specializzato in flebologia, e gli ho chiesto se sarebbe stato disponibile per un’intervista. Lui, gentilissimo, mi ha risposto che non solo sarebbe stato ben felice di illustrarmi l’apparecchio di cui era entusiasta, ma che, se volevo, me lo avrebbe fatto provare. E’ così che sono andata a Bologna nel suo studio per conoscere meglio le specifiche del device e per provarlo in zona ascellare.
Il dott. Simone Ugo Urso
Vediamo quindi di scoprire com’è andata con il trattamento non prima di illustrarvi cosa mi ha raccontato il dott. Urso a proposito di epilazione e dello Spectrum® HR con tecnologia Evermoove® .
Dottor Urso, cosa s’intende per epilazione laser?
L’epilazione laser, è un trattamento avente lo scopo di eliminare permanentemente e progressivamente, in varie sedute e nel corso del tempo, i peli superflui che possono crescere in varie zone del corpo, ed impedirne la ricrescita.
Qual è la differenza tra i termini “depilazione” ed “epilazione”?
La depilazione consiste nella rimozione del pelo a partire dal punto di emersione a livello della cute. L’epilazione consiste nella rimozione del pelo compreso il bulbo. Ecco perché quando utilizziamo il laser si parla di epilazione.
Con l’epilazione e non con la depilazione, si ottengono i risultati migliori e, se effettuata in modo corretto, permanenti.
Qual è il ciclo di vita del pelo?
Così come il capello, il ciclo di vita del pelo riconosce tre fasi e varia in relazione a:
- sesso,
- età,
- regione cutanea.
Le fasi del pelo sono:
Anagen: fase di crescita, che puo durare mesi o anni,
Catagen: fase regressiva che dura circa due settimane,
Telogen: fase di riposo dura circa 2/4 mesi, alla fine del quale il pelo cade, sotto la spinta di un nuovo pelo che si sta già formando nel bulbo pilifero. Al termine di questa fase, infatti il follicolo riprende la sua attività entrando nella fase anagen e generando un nuovo pelo.
Come funziona il laser per l’epilazione?
Il meccanismo su cui si basa l’epilazione laser è detto foto-termolisi selettiva.
In particolare i laser per l’ epilazione hanno come bersaglio la melanina (target cromoforo), il pigmento che colora il pelo, presente nel bulbo pilifero.
I cromofori sono sostanze che, oltre a conferire colore alle molecole, sono anche in grado di assorbire molta energia.
La nostra pelle contiene cromofori naturali come l’acqua, l’emoglobina e la melanina. Ciascuno di essi assorbe specifiche lunghezze d’onda a specifiche profondità ed ogni laser colpisce un determinato cromoforo.

Il laser emette una luce molto concentrata e precisa (onde luminose unidirezionali e monocromatiche), che non viene assorbita dai primi strati della cute, ma dal bulbo pilifero, ricco di melanina. L’energia della luce laser, una volta assorbita dalla melanina, viene trasformata in energia termica, surriscalda i peli, li scioglie e distrugge il bulbo pilifero, impedendo così la ricrescita di altri peli e lasciando inalterati i tessuti circostanti.
L’epilazione laser funziona su tutti i tipi di pelo?
Ho appena sottolineato che i laser per l’epilazione hanno come bersaglio la melanina. Questo è il motivo per cui:
- i peli bianchi, privi di melanina, non possono essere eliminati dal laser. In questo caso è possibile ricorrere ad un escamotage come la colorazione del bulbo pilifero utilizzando delle creme a base di coloranti cosiddetti “fotodinamici”. Prima del trattamento, il paziente dovrà sottoporsi ad una seduta di ceretta con cera a caldo nella regione da sottoporre poi a epilazione. Tale operazione svuota la radice del pelo che verrà poi riempita con un cromoforo artificiale fotodinamico da applicare sulla parte . Il raggio laser riconosce selettivamente il colorante artificiale all’interno del bulbo pilifero e di conseguenza lo danneggia ottenendo la liberazione di ossigeno singoletto e radicali liberi che comportano un’immediato indebolimento e morte del bulbo . Tale metodica si chiama epilazione fotodinamica. Si tratta di un sistema un po’ indaginoso, ma è applicato in alcuni casi ove la fototermolisi selettiva non è attuabile (peli bianchi, biondi o rossi oppure in presenza di cuti anche molto scure o abbronzate),
- il laser non è efficace sui peli in fase telogen in quanto, in questa fase, la melanina è quasi assente nel bulbo pilifero, mentre è efficace, al contrario sui peli in fase anagen. Da questo si deduce che quanti più peli in fase anagen abbiamo nella zona da trattare in quel momento, maggiore sarà il risultato che avremo in quella singola seduta.
Quali sono le tipologie di laser utilizzate per l’epilazione?
I laser utilizzati per l’epilazione sono:
Laser Neodimio (Nd)-Yag (1064 nanometri):
- ottima penetrazione, molto doloroso e poco efficace a livello di assorbimento della melanina,
- adatto a chi ha la pelle scura e/o abbronzata.
Laser ad Alessandrite (755 nanometri):
- assorbe in modo ottimale la melanina ma ha un’altissimo assorbimento su tutte le melanine che lo rendono molto pericoloso in mani non esperte,
- adattissimo per pelli chiare e peli chiari (non bianchi),
- non può essere utilizzato in estate e su pelli abbronzate.
Laser a Diodo (800-810nanometri). Oggi si stanno studiando altre lunghezze d’onda 750nm, 1064 nm, 1320 nm ma l’808 rimane il gold standard. Si tratta di una lunghezza d’onda con:
- assorbimento molto elevato della melanina e con elevato livello di penetrazione,
- assorbimento scarso per l’acqua (costituente il 65% della pelle) quindi con basso livello di dolore,,
- adatto per tutti i fototipi e può essere utilizzato anche su pelle abbronzata.
I numeri espressi in nanometri indicano la lunghezza d’onda in cui agisce l’emissione luminosa.
Laser o luce pulsata. Quali sono le differenze?
La luce pulsata è una fonte di luce diversa rispetto al laser. Ho detto poco prima che Il laser genera onde luminose unidirezionali e monocromatiche, cioè di una sola lunghezza. La luce pulsata, invece, utilizza una sorgente luminosa ad ampio spettro, ossia con diverse lunghezza d’onda. Quindi in linea teorica si tratta di una luce meno precisa e meno selettiva sul bulbo pilifero.
A sinistra la luce emessa dalla luce pulsata, ad ampio spettro, a destra la luce unidirezionale emessa dal laser
Le differenze sono così riassumibili:
- iI macchinario laser lavora a bassa intensità, eliminando il rischio di bruciature,
- in una sola seduta si possono debellare molti più peli in fase di crescita attiva di quanto non sia possibile fare con la luce pulsata.
La luce pulsata non può essere utilizzata:
- nel periodo estivo,
- su pelle abbronzata,
- su pelle scura (fototipo 4 o 5),
- su pazienti che presentano molti nei, che in tal caso, andrebbero sempre schermati durante il trattamento, con una protezione solare totale.
Quale tipo di device possono utilizzare le estetiste?
Le estetiste possono utilizzare la luce pulsata, i soft laser epilatori (depotenziati) e laser defocalizzati, ossia laser medicali ma con un’intensità ridotta, grazie a un filtro che spalma la radiazione su più lunghezze d’onda. Sono meno efficaci nell’immediato, nel senso che richiedono un maggior numero di sedute rispetto ai laser medicali e minori precauzioni (niente occhiali nè schermature particolari all’interno della stanza). Insomma sono di più facile utilizzo. Si tratta di strumenti con i quali si cerca di ridurre al minimo le eventuali complicanze derivanti da un utilizzo scorretto dello strumento che solo il dermatologo o comunque un medico sarebbe in grado di valutare ed a cui, in seguito, porre rimedio.