Era da un pò che volevo parlare di una problema che mi sta molto a cuore: la ricostruzione del seno a seguito di mastectomia.
Purtroppo il tumore al seno è la neoplasia più frequente in assoluto per incidenza nella popolazione femminile sebbene, per fortuna i casi curabili sono sempre di più anche grazie alla prevenzione che non dobbiamo mai dimenticare.
Si stima che nel 2018, in Italia, il tumore al seno abbia colpito 52.800 donne ( nel 2015 le stime indicavano, rispettivamente, 48 mila e 300). Ed è la prima causa di mortalità per tumore nelle donne, con un tasso di mortalità del 17 per cento di tutti i decessi per causa oncologica del sesso femminile.
Il trend di incidenza tra il 2003 e il 2018 appare in leggero aumento (+0,3% per anno) mentre continua a calare, in maniera significativa, la mortalità (-0,8% per anno).
Il tumore al seno colpisce 1 donna su 8 nell’arco della vita. È il tumore più frequente nel sesso femminile e rappresenta il 29 per cento di tutti i tumori che colpiscono le donne, seguito dai tumori del colon-retto (13%), del polmone (8%), della tiroide (6%) e del corpo dell’utero (5%).
In assenza di condizioni particolari (come la mutazione genetica nei geni BRCA), il rischio di ciascuna donna di ammalarsi varia molto con l’età. Secondo i dati dell’Associazione Italiana Registri Tumori (Airtum), è del
- 2,4% fino a 49 anni (1 donna su 42),
- 5,5% tra 50 e 69 anni (1 donna su 18),
- 4,7% tra 70 e 84 (1 donna su 21).
In questo panorama un ruolo fondamentale riveste la chirurgia plastica ricostruttiva. La ricostruzione del seno è infatti parte integrante della cura del cancro e gioca un ruolo molto importante nel miglioramento della qualità di vita delle pazienti con tumore della mammella.

Ecco perchè ho deciso di intervistare un chirurgo, il dottor Andrea Manconi, specialista in chirurgia plastica e ricostruttiva, che nella sua vita ha fatto della ricostruzione del seno la sua mission e, lavorando per circa 10 anni presso lo IEO (Istituto Europeo di Oncologia), ha aiutato tante donne in questo percorso di cura e di rinascita.
Il dott. Andrea Manconi
Quando l’ho chiamato per chiedergli se era disponibile a concedermi un’intervista su questo argomento, lui mi ha fatto presente che informare in modo corretto donne che devono affrontare scelte drammatiche in momenti difficili della loro vita, è molto importante e che quindi sarebbe stato ben felice di poter dare il proprio contributo.
Eccomi quindi a riferirvi cosa che cosa mi ha raccontato.
Dottor Manconi, che cosa si intende per chirurgia ricostruttiva?
Per chirurgia ricostruttiva s’intende quella chirurgia che riesce a ridare morfologia e funzionalità ad un’area del corpo che
- ha subito un intervento demolitivo,
- è stata oggetto di un trauma,
- è colpita da una malformazione.
Quando si rende necessaria la ricostruzione della mammella?
La ricostruzione della mammella non è una procedura salvavita e quindi non è un intervento terapeutico in senso stresso. Ma è una procedura chirurgica che riesce a restituire qualità di vita alla paziente. Per cui si rende necessaria ed è indicata:
- ogni qualvolta la paziente ne senta necessità,
- dal punto di vista oncologico.
Quali sono gli interventi che vengono eseguiti in caso si accerti una forma tumorale della mammella?
Gli interventi che possono essere eseguiti in caso di tumore della mammella sono:
- la mastectomia declinata in moltissime varianti a seconda della gravità e dell’ampiezza della forma tumorale,
- la quadrantectomia
Da cosa dipende la scelta del tipo di intervento?
L’intervento chirurgico che verrà proposto dipenderà,
- dal tipo di tumore,
- dalle sue dimensioni,
- dalla sua ubicazione nella mammella,
- da quanto tessuto attorno dovrà essere rimosso,
- dalla grandezza del seno della paziente.
In generale, l’età della paziente non rappresenta un criterio di scelta del tipo di intervento.
Noi chiurghi ricerchiamo il miglior risultato possibile dal punto di vista estetico, ma soprattutto abbiamo a cuore che l’intervento sia il più efficace possibile. L’obbiettivo è quello di conservare la maggior quantità possibile della mammella, riducendo al minimo il rischio di recidiva.
Che cosa s’intende per mastectomia?
Per mastectomia si intende l’asportazione chirurgica di tutta la mammella, compresa la zona del capezzolo, a seguito di tumori maligni che colpiscono quest’organo.
Esistono vari tipo di interventi di mastectomia:
- mastectomia bilaterale: nel caso si rendesse necessaria l’asportazione di entrambe le mammelle,
- mastectomia semplice: rimozione di tutto il seno, compresa la pelle, mentre i linfonodi e i muscoli sotto il seno non vengono asportati
- mastectomia con conservazione della pelle (skin sparing mastectomy o SSM). Consiste nell’asportazione della ghiandola mammaria conservando la pelle, ma asportando areola e capezzolo,
- nipple-sparing, una tecnica che prevede lo svuotamento della mammella con conservazione dei tessuti di rivestimento, ovvero cute, areola e capezzolo, possibile solo se dall’esame istologico il tessuto localizzato sotto l’areola, prelevato ed esaminato durante l’intervento (esame estemporaneo) non contiene cellule tumorali. Si tratta di una tecnica praticabile solo nei casi di:
- tumore invasivo o in situ che non interessa il capezzolo,
- seno di dimensioni medio – piccole e con moderata ptosi.
Immagine tratta da www.infoseno.org
Che cosa s’intende per quadrantectomia
La quadrantectomia è l’intervento chirurgico di prima scelta per la rimozione del tumore al seno laddove sia possibile eseguirlo ossia quando il tumore sia di piccole dimensioni.
Immagine tratta da www.infoseno.org
Si tratta di un intervento conservativo (che permette cioè di salvare il seno), che dall’inizio degli anni Ottanta ha preso in parte il posto della mastectomia.