Il peeling al fenolo. Ce lo racconta la dottoressa Lucia Calvisi

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Ai congressi ai quali partecipo seguo sempre le sessioni sui peeling, che amo molto. Le relazioni sono solitamente molto interessanti e spesso ricche di qualche formula innovativa, più performante e con tempi di recupero di gran lunga inferiori rispetto ad un tempo.

Ed è stato proprio durante una di queste sessioni che sono venuta a conoscenza di un peeling molto innovativo, presentato dalla dottoressa Lucia Calvisi, specialista in dermatologia, a base di acido tricloratetico (TCA), acido glicolico e fenolo. Il peeling COSMO PEEL FORTE di Dermaceutic.

Ora quando si parla di fenolo in medicina estetica ed in dermatologia a molti viene la “pelle d’oca”. Infatti si tratta di una sostanza che, pur consentendo risultati straordinari, è molto aggressiva e difficile da gestire, che ancora oggi fa paura a molti, sia medici che pazienti.

Ma in questa formulazione il fenolo, come vedremo, viene utilizzato in una bassa percentuale, non comporta rischi (se il trattamento viene eseguito in modo corretto) nè particolari effetti collaterali oltre a tempi di recupero ragionevoli.

Quindi al termine della sessione ho chiesto alla dottoressa Calvisi se fosse stata disponibile per una diretta su questo argomento. Lei gentilissima mi ha dato immediatamente la sua disponibilità, ma purtroppo per un motivo o per un altro non siamo mai riuscite a combinare.

Quindi alla fine ho optato per un’intervista. Perchè non potevo non condividere con voi quello che avevo scoperto a proposito di questo prodotto così performante e al tempo stesso sicuro. Visto che, peraltro, spesso mi chiedete cosa ne penso del peeling al fenolo.

L’intervista alla dottoressa Lucia Calvisi

Mi auguro che a breve la dottoressa possa essere disponibile anche per una diretta, perchè è veramente molto preparata e mi piacerebbe poteste conoscerla per porle tutte le domande che desiderate.

Quindi passiamo, almeno per il momento, all’intervista alla dottoressa Calvisi sul Cosmo Peel forte per capire quali sono le sua caratteristiche, non prima di ricordare cosa è a cosa serve un peeling.

Cosa è  a cosa serve un peeling chimico

Il peeling chimico, è un trattamento che, attraverso l’applicazione di una sostanza chimica sulla pelle, stimola la sua esfoliazione (to peel in inglese  significa sbucciare) ed il  suo  conseguente ricambio.

Un peeling serve a:

  • stimolare la rigenerazione cellulare rimuovendo ed esfoliando le cellule morte della pelle, provocando una vera e propria accelerazione del ricambio cellulare (turnover) che avviene già naturalmente nel derma,
  • eliminare le cellule della pelle danneggiate e degenerate, che vengono sostituite da cellule epidermiche normali,
  • produrre un’infiammazione  controllata che attiva la produzione di collagene ed elastina (rivitalizzazione e ringiovanimento del derma con formazione di collagene autologo),
  • ridurre accumuli di pigmento depositato a livello epidermico, schiarendo le macchie.

Le varie tipologie di peeling

Le differenti tipologie di peeling chimici si dividono  in base alla loro profondità d’azione (capacità penetrante)  e si distinguono in:

  • molto superficiali,
  • superficiali o epidermici, 
  • medi o dermici,
  • profondi.
Pelle e peeling

Variabilità della profondità dei peeling.

La profondità d’azione del peeling dipende da vari fattori:

  • il tipo di agente chimico (acido glicolico, mandelico, piruvico, cogico, salicilico, lattico, tricloracetico)  utilizzato che può essere differente (acido glicolico, mandelico, piruvico, cogico, salicilico, lattico, tricloracetico ecc) a seconda dell’inestetismo da trattare,
  • la concentrazione della sostanza utilizzata e dal ph,
  • l’area cutanea su cui viene applicato,
  • dal tipo di pelle del paziente,
  • il tempo di posa,
  • la modalità di esecuzione (pre-peeling, multipassaggio),
  • il risultato che si vuole ottenere .

Ormai i peeling profondi non si effettuano quasi più. Erano molto dolorosi e comportavano tempi di recupero molto lunghi con rischi di infezioni e cicatrici. Sono stati soppiantati dalla tecnologia  laser, più efficace e sicura.

I peeling e l’effetto “Frost”

Quando si eseguono peeling medio-profondi si determina spesso un effetto “frost”, che si manifesta  con una patina bianca, simile alla brina, (da qui il termine “frost” che in inglese significa appunto brina) sulla pelle, che può essere più o meno intenso ed è indice della buona riuscita del trattamento. Infatti in questo modo ogni area che non sia stata adeguatamente trattata ed esfoliata viene facilmente individuata e si può ritrattare. Questo dà la garanzia di un effetto uniforme. Più il “frost” è bianco e compatto più il peeling è profondo.

Di fatto con il” frost” si ha  una “bruciatura”  localizzata e controllata, che in alcuni casi può avere come conseguenza la formazione di una crosta od ispessimento cutaneo di colore più scuro (la pelle nei giorni seguenti al trattamento appare come incartapecorita) in funzione della risposta cutanea alla sostanza chimica applicata.

Il “frost” si può formare in tempi brevissimi dopo l’applicazione del peeling ed è estremamente utile per il medico che deve valutare la risposta soggettiva del paziente e la “profondità” del trattamento.

I vari livelli di Frost

L’importanza della fase di neutralizzazione

È bene sapere che in molti tipi di peeling e’ prevista   una fase molto delicata detta di neutralizzazione (alcuni si auto-neutralizzano).  Ossia l’acido  deve essere reso inefficace, neutralizzato, con una soluzione tampone, dopo un determinato intervallo di tempo seguente alla sua applicazione. Questo comporta che lo stesso prodotto, a parità di concentrazione, possa dare oltre che risultati diversi anche reazioni avverse differenti, in funzione di quanto tempo il medico lo ha lasciato in posa prima attuare la neutralizzazione. Quindi diventa fondamentale che l’operatore sappia interpretare bene  le reazioni dalla pelle e sappia individuare il momento ottimale in cui neutralizzare il peeling.

I Peeling composti e combinati

Attualmente in medicina estetica, piuttosto che utilizzare un’unica sostanza, si  preferisce utilizzare peeling ritenuti più efficaci che sfruttano l’azione sinergica di diverse sostanze e  si dividono in:

  • peelings composti  come il  in cui vengono associate più sostanze nello stesso prodotto
  • peelings combinati,  in cui differenti sostanze vengono applicate in sequenze successive.
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