Tempo fa, mentre ero dalla dottoressa Anna Marcucci per eseguire il Nefertiti lifting (tra l’altro, detto tra noi, ottenendo un risultato meraviglioso), ad un certo punto la dottoressa, scrutando il mio viso con grande attenzione, come fa sempre per scovare qualche inestetismo su quale intervenire, mi ha detto: “Mamma mia Michela, che sguardo stropicciato!”
Che poi era la stessa cosa che mi aveva detto la dottoressa Piersini e che anche io, obiettivamente, stavo notando da un pò.
Dopo un periodo in cui successivamente al laser Co2 eseguito lo scorso anno la palpebra inferiore era molto migliorata e distesa la situazione stava ricominciando a peggiorare. Non avendo voglia di eseguire nuovamente un laser, ho chiesto alla dottoressa Marcucci cosa mi consigliasse. Lei mi ha suggerito di alternare un peeling perioculare, Mesopeel periocular, da eseguire ogni due settimane, ad un biorivitalizzante specifico per la zona della palpebra.
Ora noi sappiamo che in medicina estetica la complementarietà dei trattamenti consente risultati amplificati (2+2 non fa 4 ma 5) rispetto al singolo trattamento. Ma se io eseguissi trattamenti combinati non riuscirei a valutare “chi ha fatto cosa”. Per cercare di essere quindi il più precisa possibile ho deciso, d’accordo anche con la dottoressa, di iniziare con il peeling per vedere che risultati sarei riuscita ad ottenere e poi, eventualmente più in là avrei abbinato anche il biorivitalizzante specifico.
Ma come sempre, prima di raccontarvi la mia esperienza con il peeling perioculare, vi racconto in cosa consiste questo trattamento e in quali casi è indicato.
Alla fine dell’articolo vi lascio un box riassuntivo che condensa le principali informazioni sul trattamento.
Cosa è il mesopeel periocular
Il mesopeel periocular è un peeling chimico superficiale specifico per trattare la zona periorbitale.
Il mesopeel periocular
Cosa s’intende per peeling chimico
Il peeling chimico è un trattamento dermo-cosmetico che attraverso l’applicazione di agenti chimici sulla pelle, stimola la sua esfoliazione (to peel in inglese significa sbucciare). A tale processo segue una rigenerazione cutanea accelerata e controllata.
A cosa serve un peeling chimico
Un peeling chimico serve a:
- stimolare la rigenerazione cellulare rimuovendo ed esfoliando le cellule morte della pelle, provocando una vera e propria accelerazione del ricambio cellulare (turnover) che avviene già naturalmente nel derma,
- eliminare le cellule della pelle danneggiate e degenerate, che vengono sostituite da cellule epidermiche normali,
- produrre un’infiammazione controllata che attiva la produzione di collagene, elastina e glicosaminoglicani (rivitalizzazione e ringiovanimento del derma con formazione di collagene autologo),
- ridurre accumuli di pigmento depositato a livello epidermico, schiarendo le macchie.
Le varie tipologie di peeling
Le differenti tipologie di peeling chimici si dividono in base alla loro profondità d’azione (capacità penetrante) e si distinguono in:
- molto superficiali: conferiscono uniformità al tono della pelle e un aspetto più sano e luminoso
- superficiali o epidermici: stimolano la crescita epidermica attraverso la rimozione dello strato corneo,
- medi o dermici: producono una significativa esfoliazione, inducendo l’infiammazione nel derma superficiale. Rimuovono completamente l’epidermide che comincerà a rinnovarsi fino alla totale rigenerazione,
- profondi: provocano una risposta infiammatoria del derma reticolare, inducendo la ricostruzione delle fibre di collagene ed elastina.

Variabilità della profondità dei peeling. Courtesy of Enermedica
Profondità di peeling e obiettivi
La profondità d’azione del peeling dipende da vari fattori:
- il tipo di pelle,
- il tipo di agente chimico e suo pH (acido glicolico, mandelico, piruvico, cogico, salicilico, lattico, tricloracetico) utilizzato che può essere differente (acido glicolico, mandelico, piruvico, cogico, salicilico, lattico, tricloracetico ecc) a seconda dell’inestetismo da trattare
- la concentrazione della sostanza utilizzata e suo pH: la profondità, intensità ed efficacia del peeling varia con l’aumento della concentrazione della sostanza usata e del pH della stessa,
- l’area cutanea su cui viene applicato,
- il tempo di posa,
- la modalità di esecuzione (pre-peeling, multipassaggio),
- texture: i peeling in soluzioni acquose, alcoliche o idroalcoliche penetrano e agiscono in modo rapido. La loro funzione è proporzionale alla quantità di prodotto e agli strati applicati. I peeling in gel garantiscono un’applicazione uniforme e progressiva, penetrano in modo più lento nel tessuto,
- il risultato che si vuole ottenere .
Ormai i peeling profondi non si effettuano quasi più. Erano molto dolorosi e comportavano tempi di recupero molto lunghi con rischi di infezioni e cicatrici. Sono stati soppiantati dalla tecnologia laser, più efficace e sicura.
Come scegliere il peeling giusto?
Ovviamente la scelta spetta al medico che deve conoscere in modo approfondito indicazioni, proprietà e meccanismo d’azione di ogni agente chimico per poter selezionare e programmare un percorso, seduta dopo seduta.
La scelta del peeling dipenderà:
- dall’inestetismo da trattare,
- dal risultato raggiunto di volta in volta,
- dalle caratteristiche individuali del paziente, specialmente il fototipo. Nei fototipi scuri (5/6) alcuni tipi di peeling sono sconsigliati perchè il rischio di svilupprare iperpigmentazioni post infiammatorie potrebbe essere molto alto.
L’importanza della fase di neutralizzazione
È bene sapere che in molti tipi di peeling e’ prevista una fase molto delicata, detta di neutralizzazione (alcuni si auto-neutralizzano). Ossia l’acido deve essere reso inefficace, neutralizzato, con una soluzione tampone, dopo un determinato intervallo di tempo seguente alla sua applicazione.
Questo comporta che lo stesso prodotto, a parità di concentrazione, possa dare oltre che risultati diversi anche reazioni avverse differenti, in funzione di quanto tempo lo si è lasciato in posa prima attuare la neutralizzazione. Quindi diventa fondamentale che l’operatore sappia interpretare bene le reazioni dalla pelle e sappia individuare il momento ottimale in cui neutralizzare il peeling.
I Peeling composti e combinati
Attualmente in medicina estetica, piuttosto che utilizzare un’ unica sostanza, si preferisce utilizzare peeling ritenuti più efficaci che sfruttano l’azione sinergica di diverse sostanze e si dividono in:
- peelings composti in cui vengono associate più sostanze nello stesso prodotto,
- peelings combinati, in cui differenti prodotti vengono applicati in sequenze successive.
Che tipo di peeling è Mesopeel Periocular
Mesopeel Periocular è un peeling superficiale composto.
Quali sostanze contiene Mesopeel Periocular
Il Mesopeel Periocular contiene:
- Acido azelaico (10%): ha la funzione di ridurre ed attenuare progressivamente l’iperpigmentazione,
- Acido salicilico (7%): Beta-idrossiacido (BHA) dal potere antiaging. Stimola la ricostruzione dei tessuti cutanei superficiali
- Acido lattico (7%): Alfa-idrossiacido (AHA) dal potere cheratolitico:
- favorisce l’ispessimento di epidermide e derma.
- stimola l’aumento della concentrazione di acido ialuronico nella matrice extra cellulare, apportando tonicità ed idratazione alla pelle,
- Resorcinolo (5%): derivato fenolico dalle proprietà:
- cheratolitiche e rigeneranti,.
- schiarenti e depigmentant, combatte le iperpigmentazioni melaniche ed uniforma l’incarnato,
- Acido citrico (4%): Alfa-idrossiacido (AHA) con proprietà esfolianti, antiossidanti e antinvecchiamento,
- Acido fitico (3%) potente agente chelante del rame che favorisce l’inibizione della tirosinasi, enzima chiave nella melanogenesi (processo di produzione della melanina nel melanocita).
La composizione di mesopeel periocular
Quali sono le caratteristiche della pelle della zona perioculare
Le caratteristiche anatomiche della zona perioculare possono essere così elencate:
- pelle molto sottile, 4 volte di più rispetto al resto del viso,
- scarsità di ghiandole sebacee (il sebo serve a mantenere il naturale livello di idratazione della pelle), con un film idrolipidico quasi inesistente, quindi tendente a disidratarsi con molta facilità,
- microcircolazione “pigra” con un drenaggio dei liquidi rallentato,
- sottoposta a sollecitazioni continue e multiple. I movimenti della zona oculare sono regolati dalla contrazione e dalla distensione di una ventina di muscoli facciali. All’incirca 14 collaborano all’apertura e alla chiusura delle papebre. Si tratta di muscoli quasi tutti in perenne movimento, conferiscono al viso la mimica e lo rendono espressivo, ma questi continui movimenti, a lungo andare, “segnano” la pelle creando rughe e rughette permanenti,
- elevata concentrazione di capillari.
Queste caratteristiche rendono la zona particolarmente vulnerabile, soggetta ad un processo d’invecchiamento precoce e più rapido rispetto a tutte le altre zone del corpo.
Le principali imperfezioni della zona periorbitale sono:
- ipercromie (pigmentarie o per visualizzazione della rete vascolare),
- borse (costituite da grasso o liquido o trasmesse geneticamente),
- palpebre superiori cadenti (ptosi aponeurotica, dermatocalasi, ernie di grasso o blefarocalasi),
- rughe (gravitazionali, di compressione o dinamiche).
Tra le cause più comuni che possono determinare questi inestetismi possiamo indicare:
- cambiamenti morfologici a livello osseo, cutaneo e/o dei tessuti molli,
- disturbi circolatori,
- componenti genetiche
- stili di vita del paziente.