Nell’articolo Pane integrale ricco di antiossidanti. Lo sapevate che…..vi ho raccontato dei benefici derivanti dal consumo di pane integrale.

Ma vi siete mai chiesti tra pane e pasta, entrambi integrali, quale sia tra i due l’alimento con il più alto indice glicemico e che fa ingrassare di più?
Ebbene nonostante pane e pasta siano ottenuti con gli stessi ingredienti a parità di carboidrati, la pasta ha un impatto glicemico inferiore del pane.
Questo dipende dalla struttura degli amidi contenuti in un determinato cibo che può incidere in modo differente sull’indice glicemico di un alimento, ovvero sulla sua capacità di aumentare il livello di zuccheri (glucosio) nel sangue (glicemia).
E sappiamo che quanto maggiore e’ l’indice glicemico di un pasto o di un alimento tanto maggiore sarà la sua tendenza a far aumentare la secrezione di insulina nel sangue e di conseguenza maggiore sarà la tendenza ad ingrassare.
Cosa sono gli amidi
Gli amidi sono lunghe catene di glucosio e si trovano in cereali legumi, tuberi e alcuni tipi di frutta come la banana.

Essi possono avere una struttura
- lineare (amilosio) ,
- ramificata (amilopectina).
Nel processo digestivo vengono scomposti in glucosio e la loro velocità di digestione determinerà la possibilità di influenzare i livelli di glicemia nel sangue.
Se la struttura dell’amido è ramificata, essa sarà più facilmente aggredibile da parte degli enzimi digestivi. Quindi, la velocità di assorbimento di questi amidi sarà veloce. E’ questo il caso delle patate o delle banane che hanno un indice glicemico più alto dei cereali integrali. In particolare le banane mature, dove la fibra è stata trasformata in zuccheri. Quindi se pensassimo di dimagrire sostituendo cereali integrali con le banane ci sbaglieremmo di grosso.
Viceversa i cereali hanno una buona percentuale di amidi con struttura lineare, con assorbimento più lento.
Quindi, in un alimento contenente amidi, più sarà alta la propria percentuale di amidi con struttura lineare, più sarà lenta la velocità di assorbimento e più sarà basso il suo indice glicemico.
Quindi, avendo la pasta integrale una maggiore percentuale di amidi con struttura lineare, rispetto al pane:
- è più difficilmente aggredibile dagli enzimi digestivi,
- è digeribile più lentamente.
Avrà quindi un indice glicemico inferiore a quello del pane.
Altre curiosità
La pasta corta ha un indice glicemico maggiore della pasta lunga
Questo perché la pasta, e in particolare i formati lunghi (spaghetti, trenette, bucatini eccc), subiscono un trattamento di essiccazione ad alte temperature per brevi intervalli di tempo che fanno sì che le proteine della pasta, che formano una “rete” che imprigiona i granuli di amido, si vetrifichino creando una rete ancora più fitta che trattiene le stesse particelle di amido il quale diventa meno aggredibile da parte degli enzimi digestivi. I tempi digestivi saranno quindi più lunghi, elemento questo che comporta un minore impatto glicemico della pasta lunga rispetto alla corta
La pasta al dente ha un indice glicemico più basso di quella ben cotta
Durante la cottura avviene un processo chiamato gelatinizzazione: l’acqua e il calore idratano la struttura dell’amido che si rompe e si gonfia diventando più digeribile.

Nella pasta al dente l’amido non è completamente gelatinizzato e quindi non può essere digerito totalmente dagli enzimi. La digestione diventa più lenta, così come l’assorbimento del glucosio che compone l’amido. Ciò che non viene digerito non si trasforma in zucchero semplice, non passa nel sangue e non viene usato a scopo energetico. Il risultato è un indice glicemico inferiore.
La modalità di cottura ad alte temperature aumenta l’indice glicemico di un alimento
In linea generale più alte saranno le temperature a cui si sottopongono gli alimenti contenenti amidi, più questi ultimi saranno digeribili velocemente e quindi maggiore sarà il loro indice glicemico.
Allo stesso modo la pasta fredda da frigo, se pur immangiabile, ha un indice glicemico inferiore poichè l’amido tende a retrogradarsi ossia tende a ritornare alla sua forma originale cristallizzata, non digeribile, in parte, dall’organismo e quindi meno aggredibile dagli enzimi digestivi.
Lo stesso ragionamento vale per altri alimenti contenenti amido come:
- le patate che se consumate fredde hanno un minore indice glicemico rispetto a quando sono consumate appena cotte,
- il pane raffermo,
- il pane tostato, ha un minore indice glicemico rispetto al pane fresco, che va poi consumato freddo per evitare picchi glicemici.
Gli alimenti riscaldati hanno un indice glicemico più alto di quello che hanno appena cucinati
Quando si riscaldano in padella o al microonde, alimenti già precedentemente cotti, l’indice glicemico si alza più che in origine: la pasta riscaldata ha un indice glicemico superiore rispetto alla stessa pasta consumata calda e appena cucinata.

Insomma si fa presto a dire indice glicemico… le variabili che lo influenzano sono molte e devono essere prese in considerazione soprattutto da parte chi deve perdere peso o soffre di malattie come il diabete.
E se siete nel dubbio se mangiarvi un bel panino o un piatto di pasta sempre optare per la pasta integrale e rigorosamente al dente. Anche perchè, va bene tutto, ma la pasta scotta non la mangerei neppure se mi garantisse di campare fino a cent’anni e in buona salute ……Siamo italiani, suvvia!!!
Bibliografia
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