Mettere al mondo un figlio invecchia il DNA di una donna. E neppure di poco.
A sostenerlo è una ricerca scientifica, pubblicata a febbraio 2018 su Human Reproduction “Parity associated with telomere length among US reproductive age women.” e riportata anche su New Scientist, condotta dall’epidemiologa Anna Pollack della George Mason University in Virginia.
La ricerca ha riguardato un campione di 1954 donne americane in età fertile, compresa tra i 20 e i 44 anni. I dati sono stati ricavati dal National Health and Nutrition Examination Survey (un report avente lo scopo di valutare la salute e lo stato nutrizionale di adulti e bambini negli Stati Uniti) e sono relativi agli anni compresi tra il 1999 e 2002, unico periodo d’indagine in cui è stata esaminata anche la lunghezza dei telomeri di queste donne.
I risultati dello studio hanno messo in evidenza che quelle di loro che avevano avuto un figlio presentavano dei marker genetici alterati e un accelerato invecchiamento cellulare equivalente a ben 11 anni.

La ricerca ha preso in considerazione i loro telomeri (vedi art.Lumity: l’antiaging che combatte le 9 cause dell’invecchiamento , Attività fisica intensa: elisir di lunga vita), piccoli segmenti di DNA (come dei piccoli cappucci) che si trovano nella parte finale di ogni cromosoma e hanno la funzione di proteggere il DNA stesso.

Ad ogni processo di replicazione cellulare, la lunghezza dei telomeri si riduce. Quando i telomeri scendono sotto una soglia critica, le cellule non riescono più a riprodursi correttamente, invecchiano e muoiono. Nel corso della vita quindi, i telomeri, diventano sempre più corti e questo accorciamento si è rivelato essere la causa principale dell’invecchiamento. Si ritiene inoltre che l’accorciamento dei telomeri, che avviene naturalmente con l’età, sia associato a malattie cardiovascolari, al diabete e ad alla maggior parte dei tumori.
In questo grafico notiamo come i telomeri si accorcino sempre di più con l’età fino a che le cellule smettono di dividersi e replicarsi
Ebbene la ricerca ha messo in evidenza che le donne che avevano avuto figli presentavano telomeri più corti del 4,2% rispetto quelle che non avevano mai partorito. Questa percentuale si traduce in +11 anni di invecchiamento a livello cellulare, superiore a quella riscontrata nei fumatori (+4 anni) e negli obesi (+8 anni).
A questo punto viene spontaneo chiederci: e se un ha avuto più di un figlio? E se i figli sono tre, quattro, cinque? La ricerca ha dato una risposta anche a questa domanda ed ha evidenziato che i telomeri di chi ha avuto cinque figli sono risultati molto più corti di quelli delle donne che non avevano mai partorito e relativamente più corti di quelle che di figli ne avevano avuti uno, due, tre o quattro.
I ricercatori concludono sottolineando che i dati emersi, non avendo lo studio preso in esame elementi quali, stress, livello di fertilità e fattori sociali, meritano un approfondimento e devono essere interpretati con cautela.
Insomma, che dire, ora ci mancava pure questa.
Che i figli diano tanti grattacapi e comportino impegno e responsabilità e che questo si traduca in immane stanchezza sia fisica (quando sono piccoli) e mentale (quando diventano grandi), è indubbio. Non credo in ogni caso che, nel mondo, smetteremo di fare figli a seguito delle conclusioni di questa ricerca. E sinceramente non riesco a capire quale sia la finalità dello studio. L’ho riporta solo perché mi sembrava davvero curiosa. E perché volevo raccontare a tante amiche che mi scrivono e che mi dicono che si vedono brutte ed invecchiate causa prole, che hanno ragione e che la scienza, oggi, spiega anche il perché.
Sono i nostri telomeri, bellezze!
Certo, quando si dice che nel mondo si fanno sempre meno figli e che i tassi di natalità scendono nei paesi industrializzati imputando responsabilità alla mancanza di politiche a sostegno della famiglia ora, invece, sarà possibile affermare che la ragione è un’altra. Le giovani donne non vogliono invecchiare.