La ristrutturazione dei tessuti con l’acido polilattico (Sculptra): la mia esperienza e quella di Roberta

Indice

Al congresso Agorà che si è tenuto a Milano a ottobre 2019, una delle relazioni più interessanti che ho seguito, è stata quella effettuata dalla  dottoressa Rosalba Russo sull’Acido Polilattico (nome commerciale SCULPTRA)  utilizzato per migliorare la microrugosità  e la lassità cutanea della braccia.

Si tratta di un prodotto che mi ha sempre incuriosito moltissimo e del quale avevo già sentito parlare durante un  altro congresso, anni fa,  da un medico statunitense come un prodotto eccezionale, utilizzato per il ripristino naturale  dei volumi del volto. Informandomi qui in Italia avevo capito che non era un prodotto nè amato, nè diffuso. Quest’ultima relazione mi aveva quindi convinto ad andare più a fondo per capire davvero cosa fosse l’acido polilattico e perchè ci fosse, da parte di parecchi professionisti, anche blasonati, tanta avversione. 

In realtà l’acido polilattico non è una novità sul mercato dell’estetica.  Lanciato alla fine degli anni ’90, approvato FDA nell’Agosto del 2004 per trattare le lipodistrofie (ampia varietà di malattie rare, accomunate dalla mancanza o perdita di tessuto adiposo sottocutaneo) nei pazienti affetti da HIV e, nel 2009, per correggere le rughe nosogeniene e altre rughe del volto,  ha vissuto alterne vicende.

Mal interpretato e mal utilizzato, nel tempo è stato quasi completamente abbandonato in Italia, e oggi, sta ritornando in auge grazie all’azienda che lo sta distribuendo attualmente ,  la quale sta cercando di chiarire in modo dettagliato  le modalità di utilizzo e diluizione. Si tratta infatti di una molecola molto interessante, ma complessa, che, se ben utilizzata, consente risultati straordinari mediante una ristrutturazione dei tessuti duratura nel tempo.

Insomma la relazione aveva nuovamente acceso in me la curiosità.  Ho pensato che quindi non restava altro che provare il prodotto per dare una mia versione dei fatti. Ma non sapevo a chi rivolgermi. Decisi  di chiedere al dottor Riccardo Forte. L’avevo visto seguire la relazione in aula e pensai che avrebbe saputo indicarmi qualche nominativo.  Scoprii così che la persona che stavo cercando era proprio lui. Il dott. Forte è infatti uno dei max esperti nell’utilizzo di questa molecola avendo iniziato ad  impiegarla nel 1999 ,di fatto appena uscita, oltre ad averla studiata a fondo ed essere stato key opinion leader delle varie aziende che nel tempo si sono susseguite nella distribuzione di SCULPTRA.

Fu così che presi appuntamento per eseguire il trattamento su braccia e  viso.

Andai  con  un’amica, Roberta, appassionata come me di bellezza  che ogni tanto mi dà una mano con i video. Appena arrivate, il dott. Forte ci mise sedute di fronte alla sua scrivania e, rivolgendosi a me, mi disse: “Sono convinto  che tu abbia letto tantissimo sul polilattico, ma io voglio illustrati bene il prodotto perché il messaggio che veicolerai deve essere il più corretto possibile. Sono innamorato di questo prodotto che considero il miglior investimento che un paziente possa fare per il proprio futuro. Non voglio si facciano errori di comunicazione. Ne sono già stati commessi troppi.”.

Fu così che assistei ad una meravigliosa lectio magistralis sull’acido polilattico che mai avrei pensato di ascoltare. Talmente chiara ed esauriente corredata di foto di donne trattate dal dottore, che per ragioni di privacy non potrò mostrarvi,  con risultati talmente eccezionali e così eclatanti a distanza di anni, che la mia amica Roberta decise, alla fine della lezione, di eseguire anche lei  il trattamento.

Ma prima di raccontarvi le nostre esperienze con questo prodotto vorrei trasferire a voi quello che  il dott. Forte ha raccontato a me. Quasi tutte le immagini che vedrete, e che lui mio ha concesso di pubblicare, sono tratte dalla lezione che ho ascoltato.

Cosa è l’acido polilattico

L’acido polilattico (PLA) commercializzato con il nome di  SCULPTRA, è un:

  • polimero dell’acido lattico
  • Alfa-idrossi-acido, 
  • materiale di origine non animale.  

The courtesy of Riccardo Forte

Sculptra può essere considerato un ricostituente del tessuto connettivo, in grado di influire direttamente sull’attività dei fibroblasti e la produzione di collagene. Si tratta di un polimero sintetico impiegato in medicina da oltre 30 anni, sotto forma di fili di sutura, viti, placche, impianti.

 

Quali sono le caratteristiche dell’acido polillattico 

L’acido polilattico è un polimero sintetico:

  • biocompatibile: non è dannoso per l’organismo,
  • atossico: privo di qualunque tossicità,
  • biodegradabile e riassorbibile: una volta all’interno dei tessuti viene completamente riassorbito,
  • immunologicamente inerte.

  The courtesy of Riccardo Forte

L’acido polilattico è un filler?

L’acido polilattico viene erroneamente definito un filler.

Si tratta di un errore compiuto anche dall’azienda che lo lanciò sul mercato alla fine degli anni ’90 che, proponendolo come un filler, indicò modalità iniettive e diluizioni errate.  Errore che ha avuto come conseguenza tantissime problematiche derivanti da un utilizzo scorretto del prodotto che hanno portato a considerare  SCULPTRA erroneamente dannoso e pericoloso. Si tratta invece di un prodotto che se, utilizzato correttamente, consente risultati progressivi fantastici. 

L’acido polilattico è un BIORISTRUTTURANTE che consente un ringiovanimento progressivo e graduale nel tempo con effetti molto naturali. E, come tale, non può essere utilizzato come un classico riempitivo.  

Qual è il meccanismo d’azione dell’acido polilattico

Il meccanismo d’azione dell’acido polilattico è ben indicato nell’articolo  Single-arm study for the characterization of human tissue response to injectable poly-L-lactic acid. di Goldberg ed altri,  pubblicato su Dermatology Surgery nel 2013

In tale articolo è indicato come l’acido polilattico, una volta iniettato nei tessuti,  sia in grado di stimolare in  modo massiccio la produzione di collagene di tipo 1, secondo un meccanismo ben descritto nell’immagine sottostante. Il polilattico una volta nei tessuti crea una tipica  reazione da corpo  estraneo, viene aggredito dai macrofagi  i quali rilasciano fattori di crescita che stimolano la produzione di fibroblasti,  attivando la neocollanegoengesi che sarà più o meno massiccia a seconda di come il prodotto è stato diluito ed idratato.  A livello istologico è visibile come il collagene tende a riorganizzarsi e creare questa impalcatura  in grado di sorreggere i tessuti.

  The courtesy of Riccardo Forte

A livello istologico è visibile come il collagene tende a riorganizzarsi e creare un’ impalcatura  in grado di  rendere i tessuti più compatti e resistenti .

0 0 voti
Valutazione
Iscriviti
Notificami
guest
2 Commenti
Il più votato
Più recente Il più vecchio
Feedback in linea
Vedi tutti i commenti
2
0
Mi piacerebbe avere le tue opinioni, commenta pure.x