Il microneedling: la mia esperienza

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Nell’articolo Needling e Microneedling: intervista alla dottoressa Simona Varì la dottoressa ci ha  raccontato  cosa sono e a cosa servono Needling e Microneedling e qual’è il loro meccanismo di azione. Alla fine dell’articolo vi avevo lasciato con una promessa: raccontarvi com’era andata con il trattamento effettuato subito a fine intervista. Eccomi quindi a riferivi la mia esperienza, non prima di ricordare qualche informazione generale su queste metodiche.

Cosa è il needling e qual’è il suo meccanismo di azione?

Il Needling è un trattamento medicale non chirurgico e non ablativo, il cui principio consiste nello sfruttare la naturale capacità di auto-guarigione dell’organismo. Ha lo scopo di mimare delle microlesioni sulla pelle, la quale, per ripararsi, attiva tutti quei processi   di rigenerazione e di riparazione fisiologici necessari per “guarire” tali  piccole lesioni.

Questo processo favorisce l’arrivo nella zona danneggiata dei fibroblasti, le cellule che  risiedono nel derma e sono responsabili della generazione del tessuto connettivo e che consentono alla pelle di rigenerarsi in caso di danno, i quali favoriranno la produzione di collagene ed elastina che permetterà la riparazione  di queste microferite.    

Possiamo distinguere due fasi nel processo di rigenerazione  indotto dal needling:

  • nella prima fase la stimolazione esercitata dal Needling permette la formazione del fibroblasta. Infatti nella pelle, come in quasi tutti gli organi del nostro corpo, esistono le cosiddette cellule indifferenziate ossia quiescienti. Queste, in base al tipo di stimolo a cui sono sottoposte, si differenziano verso una popolazione cellulare specifica. Il Needling permette di fatto che queste cellule indifferenziate si differenzino e si trasformino  in fibroblasti.
  • nella seconda fase il fibroblasta, cosi formatosi, indurrà la formazione di collagene ed elastina.

A cosa serve il needling?

Il Needling è quindi un trattamento che, stimolando il meccanismo di auto-riparazione della pelle, induce la produzione di collagene nella zona in cui viene eseguito il trattamento, mediamente un processo di rigenerazione dall’interno.

Il Needling non produce direttamente un cambiamento dei tessuti ma induce i tessuti a rigenerarsi autonomamente.

Rientra infatti tra i trattamenti rigenerativi.

Si sente sempre più spesso parlare di Microneedling. Che differenza c’è tra Microneedling e Needling?

La differenza dipenda dalla lunghezza degli aghi utilizzati durante il trattamento e quindi dalla profondità a cui il trattamento viene effettuato. 

Fino ad una lunghezza di 0,5 mm si parla di Microneedling.

Oltre 0,5 mm, fino ad un massimo di 3 mm si parla di Needling

Quale tipo di collagene viene stimolato attraverso il Needling?

Dipende dalla lunghezza degli aghi utilizzati nel trattamento:

  • fino ad una lunghezza di 0,50 si assiste a produzione di collagene reticolare, giovanile  di tipo 3,
  • dagli 0,75 in su si ha stimolazione di collagene cicatriziale, fibrotico  di tipo 1.

Ricordo che:

  • stimolando la produzione di collagene reticolare (quello “buono” giovanile di tipo 3) si ha un  miglioramento delle funzioni biologiche della cute attraverso una stimolazione non solo riparativa, ma soprattutto rigenerativa (rigenerazione dermica). In questo caso non si mira esclusivamente al miglioramento della pelle dal punto di vista estetico, ma alla sua rigenerazione, a cui poi in seconda battuta, seguirà anche un miglioramento estetico
  • stimolando la produzione di collagene cicatriziale fibrotico (di tipo 1),  si otterrà solamente un effetto di tipo estetico e non rigenerativo. Trattamenti che stimolano tale tipo di collagene si effettuano solitamente su soggetti con pelli mature ed ipotoniche in cui si ha già una presenza notevole di collagene fibrotico e nei quali diventa praticamente impossibile riuscire a stimolare la produzione di quello giovanile (di tipo 1).

Quindi in quali casi è preferibile utilizzare il Needling ed in quali invece il Microneedling?

Nel caso di pelli giovani, non solo dal punto di vista anagrafico, ma anche dal punto di vista biologico (gli anni che una persona dimostra), in cui si può ancora effettuare la stimolazione di collagene reticolare ed  in cui lo scopo del trattamento sia solo di tipo preventivo e rigenerativo si dovrebbe preferire il Microneedling.

In pazienti che invece hanno molte rughe diffuse, cicatrice da acne o notevole lassità è preferibile il Needling. Infatti, come appena osservato, in pelli molto invecchiate, in cui vi sia già una  presenza notevole di collagene fibrotico,  diventa  impossibile stimolare il collagene reticolare. Quindi l’unica soluzione rimarrà quella di stimolare collagene cicatriziale. In questo modo si otterrà un risultato meramente estetico. Si tratta di un prezzo che decidiamo di pagare per poter comunque ottenere un risultato visibile e soddisfacente.   

Quali sono gli strumenti mediante i quali si effettua il Needling?

Gli strumenti sono due:

il dermaroller, uno strumento dotato di un manico sul quale viene applicato un rullo, avente varie dimensioni a seconda della zona del corpo sul quale deve essere utilizzato, sul quale sono montati degli aghi che possono essere variabili  sia nel loro numero (180/600/1200) sia nella loro lunghezza, variabile (da 0,25 a 2,5/3 mm) e che viene fatto ruotare sulla pelle,

Un esempio di demaroller

Un esempio di dermaroller con rullo intercambiabile. Il rullo più grande è adatto per trattare il corpo, i più piccoli per il viso e aree molto piccole  come ad esempio il contorno occhi o labbra.

il dermapenuna penna dotata in punta di tanti minuscoli aghi, che penetrano verticalmente nella pelle con movimento sussultorio. E’ più versatile del Dermaroller in quanto può essere utilizzato in tutte le zone del viso anche quelle delicate e di difficile accesso come la zona periorale, il naso, il contorno occhi. Inoltre è dotato di due ghiere:

  • una posta nella parte bassa della penna che, ruotando, permette di modificare la lunghezza degli aghi in modo tale che possano penetrare nella pelle ad una profondità variabile da 0,5 a 3 millimetri. Questo rende il trattamento modulabile anche all’interno della stessa seduta,
  • l’altra, posta nella parte alta della penna,  consente di variare  la velocità con cui gli aghi penetrano all’interno della pelle. Tanto più l’ingresso è veloce, tanto meno si avvertirà dolore al passaggio della penna.

Un esempio di tip con aghi

Le tips su cui sono montati gli aghi sono monouso e possono essere dotate di  12 o 36 aghi. Un numero di aghi maggiore consente  un numero minori di passaggi. 

 Con quale dei due strumenti si ottengono risultati migliori?

La differenza tra Dermaroller e Dermapen consiste essenzialmente nella modalità di penetrazione degli aghi all’interno la pelle. Mentre con il Dermapen gli aghi montati sulla testina entrano tutti  perpendicolarmente e si ha la certezza che raggiungano tutti la stessa profondità, con il dermaroller la rotazione impressa al rullo, che dovrà essere anche abbastanza veloce in modo tale da evitare fastidi alla paziente, fa sì che che l’ago entri con un’angolazione diversa da quella con cui esce rendendo probabile la formazione di piccole e microscopiche lacerazioni della pelle.

Differente modalità di ingresso degli aghi con dermapen e dermaroller

Questa differenza rende il trattamento molto diverso dal punto di vista soprattutto dei tempi dei recupero del paziente. Diciamo che fino ad una profondità di 0,25 mm l’utilizzo di uno strumento o dell’altro non comporta alcuna differenza. Ma se si sale di profondità, queste piccole lacerazioni della pelle provocate dal dermaroller di cui ho appena accennato, saranno  di maggiore entità e la pelle necessiterà di tempi di recupero più lunghi.

Inoltre, le testine del dermapen, sono monouso come dovrebbe essere peraltro il dermaroller. Infatti non si dovrebbe utilizzare lo stesso dermaroller più volte neppure sulla stessa paziente. Questo sia per motivi igienici sia perché, dopo una seduta, gli aghi perdono la loro affilatura (si spuntano) rendendo più fastidioso il trattamento oltre che comportare una maggiore probabilità di microlacerazioni della pelle.  

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