Gli inconvenienti più frequenti che possono verificarsi affrontando gli interventi di medicina estetica (biorivitalizzazione, botox, fillers) sono relativi alla comparsa di lividi e gonfiori. I progressi della medicina estetica hanno notevolmente ridotto quello che è definito il “down time”, ossia i tempi di recupero, grazie anche a trattamenti sempre meno invasivi, ma non ancora risolto il “problema livido”. Tutte le volte che la pelle viene “bucata” con un ago, se pur piccolo e sottile, questo rischio c’è. E questo rappresenta uno dei motivi (non l’unico) per cui molte persone rinunciano alle famose “punturine”.
Quando decanto le meraviglie della medicina/chirurgia estetica (sempre che sia praticata da medici competenti!) tante persone mi dicono: “E se mi viene un livido come faccio a presentarmi al lavoro? Se mi chiedono cosa ho fatto che dico?” Io rispondo “La verità, amica mia!” Ad oggi infatti non ho più nessun problema a parlare della mia “passione” (questo blog ben rappresenta la prova di ciò che dico), ma capisco che non tutti sono come me. Parlare di questi argomenti rappresenta ancora un tabù. Molte persone hanno vergogna di ammettere di rivolgersi alla medicina estetica per cercare di affrontare con più leggerezza gli anni che passano. La ritengono una debolezza e una superficialità, e quindi fanno di tutto per tenerlo nascosto, oppure rinunciano.
Anch’io, all’inizio della mia “carriera”, ero così. Temevo il giudizio degli altri ed inventavo le scuse più assurde per giustificare i miei lividi (sono caduta dalla bicicletta, ho sbattuto contro la porta al buio…). E’ bene essere chiari: quando si fanno certi trattamenti, amiche mie, si vede. Difficile nasconderlo. Quindi meglio evitare di raccontare balle!
Con il passare degli anni ho capito che non c’è niente di cui vergognarsi nel prendersi cura di noi stessi. Come un tempo si andava semplicemente dall’estetista, oggi si va anche dal medico o dal chirurgo estetico. Che male c’è? La medicina ci mette a disposizione una vasta gamma di trattamenti tra i quali poter sceglier quello maggiormente adatto alle nostre esigenze e problematiche. Perché non sfruttare questa opportunità?
Detto ciò , bisogna comunque ammettere che avere il viso pieno di lividi non piace a nessuno. Il viso assume un aspetto affranto e la pelle un colorito spento e tendente al grigio. L’ematoma, tra l’altro, per scomparire del tutto impiega 12/15 giorni, e i tentativi di camuffarlo con i vari correttori risultano per lo più vani. Io li ho provati di tutti i tipi e colori, (arancio, giallo, verde), ma niente da fare. Più lo copri più sembra evidente. Tra l’altro la maggior parte di questi trattamenti (biorivitalizzazione, carbossiterapia, prp) devono essere ripetuti regolarmente, per essere efficaci. Si finisce quindi per sommare livido a livido ed essere sempre “work in progress”. Quindi, tutte la volte che mi sottopongo a questi trattamenti, incrocio le dita e spero sempre di essere fortunata e di non ritornare a casa “tumefatta”, (termine molto gradito a mio marito il quale, giusto per tranquillizzarmi, usa espressioni del tipo “sei andata a farti rovinare….”). Il verificarsi di questo evento dipende molto dal tipo di pelle di ognuno di noi. Le pelli più soggette sono quelle molto sottili e chiare (come ad esempio la mia!), al contrario di quelle più scure e spesse.
Inoltre a volte, questi lividi, non scompaiono, ma si trasformano in macchie, fenomeno molto frequente soprattutto in estate, periodo in cui, da una parte il caldo facilita l’insorgere del fenomeno (mi è capitato a volte di finire il trattamento senza nessun segno e di ritrovarmi dopo qualche ora con il viso livido a causa del caldo) dall’altro il sole, tende a ” fissare” il livido.
Per fronteggiare questa problematica è possibile attuare una serie di strategie prima e dopo il trattamento, delle quali ho parlato nell’articolo Curare la pelle con i trattamenti di medicina estetica nella parte “Consigli per ridurre il rischio di ematomi” e “Cosa fare dopo la comparsa di un ematoma”.
A quanto già detto (arnica in compresse prima del trattamento e, essenziale, ghiaccio dopo), aggiungo la scoperta di un gel, che ho trovato straordinario e che riduce di più della metà i tempi di riassorbimento dell’ematoma. Mi è stato indicato dalla dottoressa Jasmine Fuhr, chirurgo plastico di Firenze. Si chiama Ferkelan della Bionike. E’ un gel “chelante delle iperpigmentazioni sideriniche”.

Viene utilizzato con lo scopo di:
- prevenire la formazione di iperpigmentazioni ferriche (macchie dovute ad ematoma) successive ai trattamenti di medicina/chirurgia estetica;
- accelerare la scomparsa dell’ematoma.
Le finalità sono le stesse di Kelairon gel (il principio attivo e’ differente) consigliato nell’articolo Curare la pelle con i trattamenti di medicina estetica, ma Ferkelan l’ho trovato ancora più efficace in quanto agisce in tempi più rapidi sul processo di riassorbimento dell’ematoma.
I suoi componenti sono:
- EDTA,
- acido lipoico,
- vitamina C fosfato,
- pantenolo,
- etossidiglicole.
E’ acquistabile in farmacia ad un prezzo di circa 24 euro.
Le immagini si riferiscono ad ematomi successivi al trattamento di carbossiterapia. Si noti come siano già schiariti dopo soli 3 giorni di utilizzo di Ferkelan e già tendenti al giallo, colore che il livido assume nella sua fase finale.

