Qualche giorno fa, alle dirette sui social, è intervenuto il dott. Simone Ugo Urso, medico chirurgo e flebologo, già intervistato in questo articolo Spectrum® HR con tecnologia Evermoove®: la nuova frontiera dell’epilazione laser. Interviene il dott. Simone Ugo Urso con il quale abbiamo cercato di capire, rispondendo alle domande di tante di voi che sono intervenute, quali fossero i trattamenti migliori e più efficaci per migliorare i capillari sulle gambe e su altre parti del corpo.
La diretta, densa di informazioni interessanti, è visibile nel video sottopubblicato.
Riassumo cosa ci ha raccontato.
Cosa sono i capillari?
I capillari, termine tecnico teleangectasie, sono delle dilatazioni di vene visibili a livello cutaneo, di colore rosso o bluastro. Rappresentano la manifestazione di una malattia, denominata insufficienza venosa degli arti inferiori, che coinvolge tutto il sistema vascolare sia a livello superficiale che profondo. L’aspetto fondamentale è cercare di considerare e quindi trattare la problematica come una malattia e non solo come un problema di natura estetica.
Quali sono i fattori che determinano la comparsa dei capillari?
I fattori che riguardano la genesi dei capillari sono molteplici e sono legati a:
- un’insufficienza venosa cronica degli arti inferiori (reflussi, ostruzioni del drenaggio linfatico venoso, importanti accumuli del pannicolo adiposo),
- stili di vita errati (alimentazione, abbigliamento, fumo , sovrappeso, numero di gravidanze),
- predisposizioni familiari e genetiche,
- fattori ormonali.
Quali sono le figure professionali deputate a svolgere una diagnosi corretta?
Le figure professionali più indicate per eseguire una corretta diagnosi e conseguentemente i trattamenti più adeguati sono:
- il flebologo,
- la vecchia figura dell’angiologo,
- il chirurgo vascolare .
Quali sono gli esami che permettono di eseguire una diagnosi?
L’esame di base è l’ecocolordoppler, che esamina sia il sistema venoso superficiale che profondo. Questo esame, non doloroso, permetterà di stabilire una “mappatura” della rete venosa.
Poi possono essere utilizzati anche strumenti più raffinati per effettuare indagini più approfondite:
- il trans illuminatore che permette di vedere la vena che alimenta il capillare che non è così superficiale da poter essere vista ad occhio nudo ma non così profonda da poter essere vista con l’ecocolordoppler,
- la luce polarizzata che eliminando tutti i riflessi della luce artificiale, permette di vedere bene i capillari in superficie .
Ma già con l’ecocolordoppler mirato e con una visita medica adeguata, presso medici che si occupano della patologia vascolare, si riesce ad avere una buona visione d’insieme per verificare se sussiste una malattia più importante sottostante.
E’ d’obbligo sottolineare che la diagnosi è fondamentale per capire se esiste una malattia sottostante alla manifestazione del capillare. E in prima battuta andrà curata tale malattia e solo successivamente il capillare che rappresenta SOLO la manifestazione estetica della malattia.
Che differenza c’è tra capillari blu e rossi?
Il diverso colore sta ad indicare la superficialità dei capillari e lo stato di avanzamento della malattia .
Solitamente sono:
- rossi più superficiali, isolati e sottili ,
- blu più profondi che diventano tali mano a mano che la malattia progredisce.
Quali sono i trattamenti utilizzati per trattare i capillari?
E’ importante sottolineare che per il successo del trattamento è indispensabile una corretta diagnosi. Quindi nel caso in cui il capillare sia determinato e alimentato da una vena reticolare o nutrice sottostante, e nella maggioranza dei casi è così, sarà indispensabile prima trattare quella vena. Si tratta di un passaggio fondamentale. Se infatti trattassi solo il capillare visibile, senza eliminare ciò che lo produce e lo alimenta eseguirei un trattamento a metà e il capillare tenderebbe a riformarsi, non avendone eliminato la sua origine.
Solitamente i capillari vengono trattati con due differenti tipologie di trattamento:
- la scleroterapia, come terapia di attacco per trattare la vena nutrice del capillare,
- l’utilizzo del Laser Transdermico per trattare i capillari superficiali piccolissimi che residuano dopo il trattamento eseguito con la scleroterapia e che, per il loro ridottissimo diametro, non possono essere trattati mediante scleroterapia
Nei casi in cui invece la patologia sia all’inizio e sia presente solo qualche capillare visibile non alimentato da nessuna vena sottostante, si può utilizzare semplicemente il laser transdermico.
In realtà è possibile trattare con il laser endoperivenoso anche le vene reticolari più grandi sottostanti. Si tratta di una particolare modalità di utilizzo del laser, brevetto Eufoton , con cui si impiega una fibra ottica che entrando nel derma e chiude la venula nutrice sottostante che alimenta il capillare. E’ un trattamento ambulatoriale e assolutamente indolore
.
Come e con quale prodotto viene eseguita la scleroterapia?
La scleroterapia viene eseguita con agenti sclerosanti:
- liquidi,
- schiumogeni.
Tali agenti vengono iniettati attraverso un piccolissimo ago all’interno del capillare (endovasale), con lo scopo di chiuderlo fino a farlo scomparire.
Il paziente dopo il trattamento deve:
- indossare un paio di calze a media compressione per qualche giorno o preferibilmente per tutta la durata del trattamento,
- astenersi dall’attività fisica pesante per almeno una settimana,
- evitare fonti di calore e l’esposizione solare diretta.
Quale laser è preferibile utilizzare per eliminare il capillare visibile?
I Laser vascolari più di frequente utilizzati sono:
- a diodo,
- il neodimio Yag long pulse.
La scelta del laser da usare dipende da:
- la zona da sottoporre a trattamento (viso o corpo),
- il tipo di capillare che dobbiamo trattare.
I laser vascolari, avendo come bersaglio l’emoglobina, agiscono emettendo un breve impulso di luce che viene assorbito dai globuli rossi all’interno delle vene da eliminare. Ciò comporta la scomparsa dei capillari con effetti minimi sui tessuti circostanti. L’energia della luce del laser, concentrata quindi solo sulla zona da trattare, viene trasferita dal laser alla vena provocandone l’eliminazione, con conseguente riassorbimento dei vasi sanguigni. La vena quindi, non trasportando più sangue, viene, di seguito, riassorbita ed eliminata in modo fisiologico dall’organismo.
Solitamente per trattare:
- i capillari rossi è necessario utilizzare una lunghezza d’onda verde visibile (532nm),
- i capillari blu e viola quella infrarossa invisibile 940nm/808nm.
Da ciò si evince che, per trattare al meglio i capillari ed ottenere buoni risultati, sia necessario utilizzare varie tipologie di laser.
Oggi però esiste un laser, il Dual Boost progettato dalla Eufoton che permette di trattare transdermicamente i capillari in modo molto più efficace e rapido rispetto all’uso tradizionale di una sola singola lunghezza d’onda.
Il trattamento Dual Boost® prevede infatti l’uso combinato o singolo della:
- luce verde visibile 532nm, maggiormente elettiva per l’ossiemoglobina (capillari rossi) ,
- luce infrarossa invisibile 940nm/808nm (per i capillari viola e blu), primariamente assorbita dalla metaemoglobina (capillari viola e blu).
Il trattamento con il laser Dual Boost
Le lunghezze d’onda vengono emesse contemporaneamente e sequenzialmente nello stesso manipolo, apportando una maggiore fototermolisi selettiva.
Cosa si deve fare prima del trattamento
E’ molto importante, prima del trattamento che la pelle sia:
- ben pulita,
- ben raffredata,
- ben depilata.
Inoltre sarebbe opportuno da parte dell’operatore, l’uso della luce polarizzata.
Quali sono le precauzioni da osservare nel post trattamento?
Dopo il trattamento è fondamentale:
- l’uso di calze compressive,
- non esporsi al sole diretto, per evitare iperpigmentazione non desiderata,
- applicare la crema lenitiva.
Quali sono gli effetti collaterali del post trattamento?
Gli effetti collaterali riscontrabili dopo il trattamento laser possono riguardare:
- rossore di qualche ora,
- eventuale modico gonfiore di qualche giorno sul capillare trattato,
- formazione di minuscole crosticine che permangono 3/4 settimane e che non devono essere rimosse meccanicamente.
Quali sono le complicanze eventuali del trattamento laser?
Le complicanze derivanti dal trattamento laser possono concretizzarsi nella formazione del cosiddetto Matting, derivante da un eccesso di processo infiammatorio
Si tratta di un fenomeno che può verificarsi anche nel caso in cui venga utilizzata una terapia sclerosante eccessivamente aggressiva.
Per risolvere questo fenomeno ad oggi i sistemi sono ancora empirici
Un esempio di matting
Qual è la frequenza delle sedute laser?
Se dobbiamo trattare:
- la stessa zona è necessario eseguire le sedute a distanza di un mese l’una dall’altra,
- per zone diverse, le sedute possono essere eseguite a distanza di una settimana l’una dall’altra.
I trattamenti per eliminare i capillari sulle gambe possono definirsi definitivi?
I trattamenti effettuati per eliminare i capillari agli arti inferiori, avendo i capillari stessi origine da una malattia cronica, migliorano molto la problematica, ma non possono essere mai definitivi.
È bene sottolineare che tutte le malattie che riguardano il sistema circolatorio, nonostante la differenza tra quelle di derivazione venosa e arteriosa, sono croniche: è possibile curarne i sintomi, possono essere tenute sotto controllo facendo prevenzione, ma non si riesce a curare ed eliminare le cause che determinano la malattia, che possono essere risolte solo momentaneamente. Quindi il problema tenderà nel tempo a ripresentarsi.
Faccio l’esempio degli ormoni femminili, in particolar modo il progesterone che rappresenta una delle cause che in larga parte determinano il manifestarsi delle teleangectasie. Si tratta chiaramente di un ormone fondamentale che non può essere soppresso e che quindi, come tale, influenzerà il sistema circolatorio comportando di conseguenza la formazione dei capillari.
Il trattamento dei capillari sul viso può invece dare risultati definitivi?
I trattamenti sul viso, se effettuati in modo corretto utilizzando il laser più indicato, alla potenza appropriata, possono considerarsi definitivi. In questo caso infatti il capillare, che viene detto ramo terminale, una volta trattato, scompare. E’ possibile che si ripresenti, in un altro punto, per eccessiva esposizione al sole o per traumatismo, ma quello trattato scompare.
Appena terminato questo periodo di reclusione, devo assolutamente riprendere il percorso iniziato che ho soprannominato di “guerra ai capillari”. Avevo già effettuato la scleroterapia ed iniziato ad utilizzare il laser Dual Boost. Poi ho dovuto interrompere. Avevo in cantiere anche un articolo, in cui avrei voluto raccontarvi la mia esperienza con questo trattamento…. che non vedo l’ora di riprendere, ormai a Settembre. Pubblicherò tutto più in là.
Ragazze Forza. Siamo quasi alla fine
CE LA FAREMO!