Caduta dei capelli. E se dipendesse dalla mancanza di sonno?

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Lo sapevate che la qualità del sonno incide oltre che sul nostro aspetto e la nostra psiche anche sulla salute dei capelli? Sembra infatti che dormire  poco  e male e/o  in orari sbagliati causi un violento stress ai bulbi piliferi  accentuando la caduta dei capelli oltre che della barba.

Secondo uno studio presentato dal dermatologo Fabio Rinaldi, presidente dell‘IHFR (International Hair Research Foundation) in un forum scientifico sui ritmi circadiani (ritmi di controllo del metabolismo, che controllano la successione delle varie fasi di attività delle cellule durante il giorno e la notte), l’alternanza sonno/veglia, insieme agli orari in cui assumiamo i pasti e all’apporto nutritivo diverso a seconda delle ore della giornata, può contribuire alla caduta dei capelli. 

Lo studio italiano è partito dalle evidenze scientifiche pubblicate nel 2010 sull’Experimental Dermatology(The cycling hair follicle as an ideal systems biology research model Ralf Paus et al.) dal dermatologo  Ralf Paus, uno dei più importanti ricercatori al mondo nello studio delle patologie legate ai capelli.

La ricerca italiana,  partendo da lì, ha preso in esame un gruppo di pazienti, 34 soggetti, di cui 23 donne e 11 uomini, per un periodo di 12 mesi, i quali   riferivano caduta e diradamento dei capelli,  con sintomi differenti da quelli tipici della comune alopecia androgenetica o caduta di capelli temporanea.

I primi pazienti che hanno dato il via allo studio sono stati:

  • una ricercatrice di biologia marina che lavorava in Antartide,
  • un uomo che trascorreva le notti giocando a poker al computer.

Entrambi avevano subito una perdita massiccia di capelli,

  • nel primo caso era dovuta alla continua esposizione alla luce,
  • nel caso del giocatore, aveva inciso il fatto di restare sveglio la notte e addormentarsi alle prime ore del mattino.

Ricerche approfondite hanno quindi messo in evidenza che la causa della caduta risiedeva nell’alterazione dei ritmi circadiani dei soggetti.

Il problema fu risolto quando entrambi ripresero stili di vita normali e una corretta alternanza sonno-veglia.

Anche  nella maggior parte degli altri  casi, il problema non era tanto  legato al numero quotidiano di ore di sonno, quanto nell’ora insolita dell’addormentamento o nell’esposizione alla luce fino a oltre le due del mattino.

Un altro elemento che potrebbe incidere sulla caduta dei capelli può essere legato al fatto che, quando il sonno è agitato, girarsi e rigirarsi nel letto, aumenta  la frizione dei capelli  sul cuscino causando un aumento della loro fragilità e   peggiorando il problema. 

Cosa fare?

Per cercare di migliorare la qualità del sonno sarebbe opportuno, 

  • ridurre l’assunzione di alcolici alla sera,
  • non fare attività fisica intensa nel tardo pomeriggio,
  • interrompere l’utilizzo di computer o smartphone almeno due ore prima di andare a dormire,
  • prestare attenzione all’orario in cui vengono assunti i cibi soprattutto alla sera, alla loro quantità e qualità.  Il Prof. Reudiger Hardeland (Università di Gottingen, Germania), massimo esperto di cronobiologia e del microbiota intestinale, ha analizzato come la composizione batterica dell’intestino possa variare a seconda dell’ora del giorno e, dunque, reagire diversamente a seconda dei cibi ingeriti. Di qui la necessità, ai fini di un corretto funzionamento del resto del corpo e, quindi, anche delle cellule della pelle e dei capelli, di cercare  di mangiare i cibi giusti all’ora giusta poiché uno stesso alimento può essere salutare o no a seconda dell’orario in cui viene assunto. Un esempio:
    • meglio consumare i carboidrati nelle prime ore della giornata,
    • dalle 17 in avanti, si deve lasciare spazio agli alimenti proteici: pesce, uova, formaggi magri, carne,
    • frutta e centrifugati non devono essere assunti oltre le 16,
    • niente cibo oltre le 20 e fino alle 7 della mattina successiva.
  • assumere melatonina che, contrariamente a quello che si pensa, non serve solo per “dormire”, o minimizzare gli effetti del jet-lag,  ma aiuta soprattutto a sincronizzare i meccanismi biologici oltre a  rappresentare una molecola antinvecchiamento, tanto da essere definita all’ultimo congresso SIME “guardiana della senescenza“. Senza melatonina il nostro organismo non regola bene il riposo di tutte le cellule, comprese quelle dei bulbi piliferi, che sono molto sensibili e complessi.

Ma alla melatonina e alla sua importanza fondamentale come molecola antinvecchiamento  vale la pena dedicare un articolo a parte….

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