Quali sono le patologie per le quali le terapie ormonali sostitutive non sono controindicate in assoluto?
NON sono controindicazioni assolute alla TOS, condizioni cliniche quali:
- carcinoma dell’ovaio (eccetto i tumori ovarici sierosi di basso grado soprattutto endometrioidi),
- il carcinoma della cervice,
- le altre patologie neoplastiche non ormono-dipendenti.
Inoltre, non devono essere considerate controindicazioni, ma solo indicazioni a una più stretta personalizzazione di dosaggi e schemi di trattamento, alcune condizioni molto frequenti quali:
- la fibromatosi uterina,
- l’endometriosi,
- il diabete mellito,
- l’ipertensione,
- l’obesità.
Quali sono le controindicazioni ASSOLUTE all’utilizzo della TOS?
Sono invece controindicazioni assolute all’utilizzo della TOS in post menopausa quelle elencate nello schema sotto pubblicato.

Nell’immagine sotto pubblicata si può notare quali sono le donne che, a seconda del tipo di cancro, possono o non possono seguire la terapia ormonale sostitutiva.

Le donne per le quali le terapie ormonali sostitutive sono controindicate possono in alternativa utilizzare:
- farmaci neuroattivi
- nutraceutici di origine vegetale con attività NON fitoestrogenica come la cimicifuga racemosa una sostanza efficace e sicura che presenta moltissime evidenze scientifiche.
E’ una buona opzione quella di utilizzare farmaci neuroattivi per migliorare la sintomatologia vasomotoria?
I farmaci neuroattivi (farmaci attivi sul sistema nervoso centrale) più utilizzati per migliorare la sintomatologia vasomotoria sono la venlaflaxina, la paroxetina, la fluoxetina, la sertralina e il gabapentin. Questo studio pubblicato su Journal of Clinical Oncology nel 2009, illustra come alcuni farmaci siano effettivamente più efficaci del placebo e possano aiutare a migliorare le vampate di calore.

La letteratura scientifica sembra peraltro sconsigliare l’utilizzo di farmaci neuroattivi come opzione terapeutica per le donne in menopausa che soffrono di vampate.
Infatti l’utilizzo dei farmaci neuroattivi comporta un aumento di rischio di frattura significativo. Questo perchè l’attività osteoblastica (responsabile della formazione di matrice ossea) e osteoclastica (responsabile della disgregazione di matrice ossea) è regolata a livello locale da neurotrasmissioni in gran parte mediati dalla serotonina. Molti studi attestano un potenziale ruolo del serotonina nella fisiologia ossea, supportando l’ipotesi che gli SSRI (Selective Serotonin Reuptake Inhibitors) e gli SNRI (Serotonin and norepinephrine reuptake inhibitors, inibitori della ricaptazione della serotonina-norepinefrina) possano avere effetti avversi a lungo termine sulla salute delle ossa e quindi aumentare il rischio di fratture a lungo termine.

Inoltre uno studio pubblicato su BMJ Open a Febbraio 2012 condotto su 10 529 pazienti con età media di 54 anni seguiti per 2 anni e mezzo, ai quali sono stati prescritti ipnotici, ha dimostrato come la mortalità, in questi soggetti, fosse sostanzialmente più elevata rispetto a quelli a cui non era stato prescritto nessun ipnotico.

C’è poi un altro aspetto da considerare, riguardo ai farmaci neuroattivi. Nonostante alcuni farmaci possano essere efficaci nel controllo dei disturbi vasomotori, potrebbero interferire con il metabolismo del tamoxifene, farmaco che viene utilizzato nel trattamento di alcune forme di tumore al seno.
Quindi noi ginecologi, dobbiamo fare molta attenzione alla terapia che prescriviamo per migliorare la sintomatologia vasomotoria alle donne che hanno avuto un carcinoma mammario. Alle quali NON dobbiamo ASSOLUTAMENTE prescrivere la terapia ormonale sostitutiva, ma neppure farmaci che riducano l’efficacia della terapia che stanno seguendo per il cancro al seno o altre tipologie di tumore ormono-dipendente
