I fili di trazione: cosa accade durante il processo d’invecchiamento, con quali strumenti agire, cosa sono e a cosa servono i fili di trazione, materiali da cui sono composti, cosa promettono
Cosa avviene durante il processo l’invecchiamento
In molto altri articoli ho cercato di far capire che l’invecchiamento del viso coinvolge varie strutture.
Il volto infatti presenta numerosi strati che possono essere così schematizzati:
- pelle,
- compartimento adiposo superficiale,
- SMAS (Sistema muscolo-aponeurotico) che include i muscoli facciali,
- compartimento adiposo profondo,
- scheletro.

Ogni strato subisce delle modificazioni col passare degli anni.
Pelle: per l’invecchiamento fisiologico (chronoaging) e l’azione di fattori esterni come il fumo e i raggi solari (photoaging) si verifica un assottigliamento del derma con diminuzione delle fibre elastiche, delle fibre collagene, della vascolarizzazione e del contenuto di acido ialuronico con conseguente disidratazione. Si formano inoltre delle aree con un’aumentata concentrazione delle cellule che producono la melanina (melanociti) con conseguente formazione di macchie.
Compartimento adiposo superficiale e profondo: la perdita di volume nei compartimenti adiposi segue uno schema di esaurimento piuttosto prevedibile.
Negli strati profondi la maggior parte della perdita di volume avviene nella zona:
- perioculare,
- mediale della guancia
- del mento.
A livello sottocutaneo superficiale, la maggior parte della perdita di volume avviene nelle zone laterali a livello :
- della tempia,
- della zona preauricolare,
- nel compartimento mediale della guancia, se pur in misura minore.
È interessante notare che a livello superficiale, l’area nasolabiale e la zona delle guance non siano fortemente influenzate dalla perdita di volume, ma che subiscano un invecchiamento a causa della mancanza di una tensione laterale e posteriore che tale fenomeno si manifesti essenzialmente per scivolamento.
The courtesy of Dott. Giovanni Salti e Raffaele Rauso
Negli ultimi anni si è valutato che tutte le aree in cui si ha riassorbimento del grasso sono confinate tra i legamenti. Questo fa sì che sulla superficie del viso si manifestino varie depressioni in zone ben determinate e visibili in foto.
The courtesy of Dott. Giovanni Salti e Raffaele Rauso
SMAS: è costituito da un sistema di fasce fibrose che comprende anche i muscoli mimici e si estende dal collo a tutto il viso. E’ connesso sia alle strutture sovrastanti che a quelle sottostanti. In particolare è fissato saldamente allo scheletro attraverso dei legamenti molto forti. Tali legamenti tendono ad indebolirsi con l’invecchiamento, contribuendo a determinare l’aspetto cadente del viso se pur tendendo a mantenere maggiormente la loro forza di tensione nell’area centrale e diventando più lassi nelle zone laterali del viso.
Scheletro: con l’invecchiamento, si verifica un riassorbimento dello scheletro, principalmente nelle aree orbitali, periorbitali, malari, submalari e mandibolari.
La perdita di volume maggiore avviene principalmente nello scheletro osseo e nei compartimenti adiposi.
Come agire?
Quanto appena affermato ci fa comprendere che per affrontare gli inestetismi legati all’età, è necessaria una strategia di trattamento multiforme mirata a tutti questi tipi di tessuto. Non è raro impiegare approcci diversi che agiscono a 360 gradi su vari elementi e che possono comprendere:
- cambiamenti nello stile di vita (fumo, alimentazione, integrazione alimentare),
- cura quotidiana cura della pelle (fotoprotezione, prodotti farmacologici topici),
- strategie di medicina estetica più o meno invasive [1].
Poiché nessuna singola modalità può essere utilizzata per affrontare tutte le aree in modo efficace e sicuro, sono state sviluppate linee guida per il ringiovanimento del viso che prendono in considerazione tecniche differenti e combinate tra loro per risolvere gli inestetismi presenti nella varie aree del viso.
Ad ogni metodica corrisponde un obbiettivo
Per ottenere un ringiovanimento complessivo del volto è quindi opportuno utilizzare differenti metodiche che agendo su compartimenti diversi posso consentire un ringiovanimento complessivo armonioso. Si agirà quindi con:
- la tossina botulinica per rilassare le rughe dinamiche causate dall’iperattività muscolare (fronte, glabella, zampe di gallina, ipertrofia del massetere e del platisma, iperattività mentale ecc)In genere,
- i filler per volumizzare e correggere le depressioni associate al riassorbimento osseo e all’ipotrofia del tessuto adiposo sollevare il tessuto molle superficiale e il tessuto sottocutaneo e cutaneo attraverso il rafforzamento dei legamenti rilassati,
- trattamenti non chirurgici con energy based device (laser, ultrasuoni, IPL) per agire o sul muscolo o sul grasso e sulla qualità cutanea,
- acido ialuronico libero combinato ad amminoacidi o vitamine o debolmente cross linkato con basso G prime per migliorare la compattezza cutanea e ridurre le rughe superficiali.
Courtesy https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3583892/
I fili di trazione
Da un pò di anni alle tecniche sopra menzionate, la medicina estetica sta cercando di mettere a punto delle tecniche minimamente invasive finalizzate a riposizionare e riallineare i tessuti ptosici, utilizzando fili di trazione bioriassorbibili e contrastare quello che avviene con il processo di invecchiamento.
Con l’invecchiamento e lo scivolamento dei tessuti verso il basso il viso perde i propri contorni e tende a diventare una V rovesciata
In realtà l’utilizzo dei fili per la trazione per il riposizionamento dei tessuti del viso risale a molti anni fa, ma i primi esperimenti effettuati con fili non riassorbibili (in oro), non dettero risultati ottimali. Infatti proprio per come erano concepiti venivano inseriti troppo superficialmente. Questo comportava che l’effetto lifting durasse per un periodo troppo breve. Inoltre erano parzialmente visibili e tendevano a spostarsi dal punto di inserimento.
Si è quindi cercato, negli anni di studiare e sperimentare diverse tipologie di fili RIASSORBIBILI che derivano da fonti sintetiche e specifici per il riposizionamento dei tessuti in aree specifiche del viso, come la parte centrale del viso, la parte inferiore del viso o l’area del collo.
Da cosa sono composti i fili di trazione riassorbibili
I diversi tipi di fili di trazione, tutti riassorbibili, possono essere realizzati in:
- acido polilattico e acido glioclico di cui sono composti i coni (Silhouette Soft),
- acido polilattico Caprolactone e acido ilauronico con spine bidirezionali(APTOS, Definesse). Garantiscono un potente effetto biostimolante, permettono attraverso la presenza del caprolactone, materiale anch’esso totalmente biocompatibile e riassorbibile, un rilascio molto graduale e costante dell’acido polilattico per un lungo periodo di tempo, 360 giorni circa,
- PDO- polidiossanone un materiale di origine sintetica, utilizzato sia in chirurgia generale che in chirurgia cardiovascolare già da molti anni per i fili di sutura. Il PDO è un materiale biologicamente inerte. Viene idrolizzato (si degrada per reazione chimica) dopo un certo tempo nel tessuto. Si tratta quindi di un materiale:
- assolutamente sicuro,
- completamente riassorbibile,
- non provoca allergie.
Si tratta di materiali che esercitano tutti un’azione biorivitalizzante.
Fili di trazione con coni
Cosa promettono i fili di trazione
I fili di trazione promettono di:
- trazionare e sollevare i tessuti ceduti creando un effetto lifting immediato, grazie:
- ai coni bidirezionali o “spine” di cui sono dotati,
- alla reazione fibrotica che la pelle crea intorno al filo,
- biorivitalizzare grazie all’azione dei materiali di cui sono composti.
La Biostimolazione è dovuta:
- all’effetto dei materiali di cui i fili sono composti che, una volta impiantati nei tessuti, via via che si riassorbono, provocano una controllata reazione tissutale (fibrotica) e stimolano la produzione di neocollagene, elastina e acido ialuronico, e di nuovi vasi (angiogenesi),
- allo stimolo meccanico dovuta al traumatismo che l’ago provoca laddove viene inserito. La cute lesa inizia il suo classico processo di riparazione che porta alla formazione di nuovo collagene.
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