Impariamo a difenderci dalle Bufale Cosmetiche: video live con il prof. Andrea Fratter

Indice

La diretta di qualche settimana fa con il prof. Andrea Fratter in cui abbiamo parlato di Bufale cosmetiche, ha avuto un enorme successo, come già era avvenuto per  quella dedicata alla scelta degli integratori. E in  tantissime di voi mi hanno chiesto di ricavarci un’articolo. Come promesso eccomi quindi a “sbobinare” anche la seconda live con il prof Fratter.

Il prof. Fratter è esperto in formulazioni cosmetiche e nutraceutiche, presidente e fondatore Sifnut (Società Italiana di Formulatori in Nutraceutica) società che nasce con lo scopo di fissare dei requisiti per la buona formulazione dei prodotti nutraceutici. Si tratta di una società nata da poco, ma di cui davvero si sentiva il bisogno in questo mondo della nutraceutica molto frastagliata e in cui c’è veramente di tutto e in cui noi consumatori ci muoviamo con grande difficoltà.

Questa volta con  il prof Fratter abbiamo deciso di parlare di cosmetici. E in particolare di  Bufale cosmetiche  partendo dal  titolo del suo interessante libro che  ho letto e che che mi è piaciuto moltissimo.

Perchè se è vero che il mondo dell’integrazione alimentare è una giungla il mondo della cosmetica non è da meno. I prodotti sono tantissimi e capire se quello che ci spalmiamo penetri nella nostra pelle e quindi sia  davvero efficace come ogni claim pubblicitario che si rispetti promette, non è facile.

Prof Fratter, perchè Bufale Cosmetiche?

Il titolo del libro è volutamente provocatorio. Mi sono  occupato e mi occupo di formulazioni cosmetiche. E conosco molto bene da tecnico come sviluppatore di prodotti in laboratorio,  il settore della medicina estetica e quello della nutraceutica.  Il libro l’ho scritto qualche anno fa stanco e frustrato di sentire e di leggere sciocchezze sui cosmetici e sui principi attivi. Sciocchezze realizzate ad hoc per attrarre e ingannare  il consumatore che invece merita di essere informato sulla base di solide basi scientifiche. E l’intento è stato quello di fare chiarezza sulle bufale che costellano il settore.

Come facciamo noi consumatori ad orientarci?

La cosa migliore per orientarci nel vasto mondo della cosmesi, sarebbe imparare a leggere l’INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) ossia la lista degli ingredienti contenuti in un prodotto, anche se non è così facile riuscire nell’intento.

La difficoltà di leggere un INCI

L’INCI  è la lista delle  diverse sostanze   presenti all’interno di un prodotto cosmetico, dove i principi attivi, sono indicati in ordine decrescente. Al primo posto viene quindi indicato l’ingrediente presente in quantità maggiore, solitamente l’acqua. Seguono via via gli altri componenti con concentrazioni minori. Gli ingredienti in quantità inferiore all’1% possono essere elencati in ordine sparso, dopo quelli che presentano concentrazioni superiori all’1%. L’ultimo componente in lista, perciò, non è necessariamente quello in quantità minore.

Quindi è molto difficile per il consumatore, ma anche a volte per un esperto,  capire in particolare:

  • quali sono le sostanze contenute in un prodotto,
  • le  percentuali esatte delle sostanze inserite.

Considerate che una sostanza inserita all’1% in una formulazione cosmetica è nella maggior  parte dei casi, elevata per un principio attivo. Quindi avere una sostanza inserita allo 0,9% o all’1,1% cambia completamente il suo posto nell’INCI. Potrebbe essere messa nelle prime posizioni od apparire molto più in basso. Quindi capiamo bene che è difficile sapere se in un prodotto è stata introdotta una quantità sufficiente di principio attivo necessaria a svolgere la propria azione. Ecco perchè è importante avere un interlocutore di fiducia (potrebbe essere un farmacista preparato) che dia indicazioni precise su un prodotto. Perchè il consumatore da solo non può farcela a capire come è realmente formulato.

Cosa consigli quindi per non cadere nella trappola del marketing?

Dal momento che un consumatore da solo non può farcela a capire come è realmente formulato un prodotto, due sono le strade che può perseguire:

  • cercare un interlocutore di fiducia (potrebbe essere un farmacista preparato non troppo legato alle logiche di marketing) che dia indicazioni precise,
  • farsi una formazione di base propria.

Pubblicità ingannevole

Alcuni claim pubblicitari sono assolutamente privi di senso e potrebbero essere segnalate come pubblicità ingannevoli per i consumatori e perchè portano detrimento alla concorrenza.

Facciamo qualche esempio.

Parlare di RETINOLO PURO in un prodotto, oltre a non avere senso dal punto di vista chimico-scientifico,  lascia sottintendere che gli altri prodotti presenti sul mercato potrebbe contenere retinolo impuro. Come detto prima il retinolo, in un  prodotto, può essere in forma libera o esterificata quindi potremo trovarlo in formula come Retinyl palmitato o Retinyl acetato. Si tratta di un aspetto positivo perchè in questa forma si assorbe sicuramente molto bene. Trattasi di bafla

Scrivere su un prodotto SENZA PARABENI  lascia intendere che  i prodotti che contengono parabeni potrebbero essere potenzialmente dannosi, quando invece non è assolutamente così.

Per fortuna che è intervenuta la legge. Oggi infatti, non è più possibile inserire la dicitura SENZA PARABENI su un prodotto.

L’importanza della penetrazione di un principio attivo

La maggior parte di noi pensa che una volta applicata una crema o un siero le sostanze attive contenute si assorbano perfettamente e rapidamente. In realtà non è così.

La nostra pelle è composta, nella sua parte più superficiale, da una barriera molto efficiente e difficile da superare e  penetrare. Ed è stata “costruita” proprio proprio per impedire o rendere difficoltoso il passaggio di sostanze potenzialmente pericolose  ed estranee alla propria fisiologia.

E’ costituita come un muro di mattoni e calce (brick and mortar) capace di opporsi all’ingresso di sostanze potenzialmente pericolose. Quindi, l’epidermide, funzionando da barriera, lascia diffondere liberamente  SOLO pochissime sostanze.

Per capire come avviene il flusso delle sostanze dei principi attivi presenti nei prodotti cosmetici nella nostra pelle dobbiamo dividere questi ultimi in due grandi categorie:

  • le sostanze di piccole dimensioni molecolari e solubili nei grassi. Un esempio sono le vitamine liposolubili come la vitamina A, la vitamina E, la vitamina D, alcuni farmaci su base ormonale come gli estrogeni e gli androgeni e iderivati del cortisone. Si tratta di sostanze che vengono assorbite assorbite relativamente bene,
  • le sostanze di grandi dimensioni molecolari e solubili in acqua come il collagene e l’acido ialuronico, che vengono assorbite in modo incostante, ridotto, quando addirittura non rimangono adese alle cheratinee cornee.

Courtesy of “Bufale Cosmetiche”, prof Andrea Fratter

Ovviamente la complessità del nostro organismo fa sì che questa regola, pur abbastanza attendibile, non valga nella totalità dei casi e applicata a tutte le stesse sostanze.

La struttura dello strato corneo costituito da mattoncini proteici e da una calce vischiosa costituita da grassi, fa sì che le sostanze disciolte o sospese nei classici prodotti cosmetici possono fluire solo attraverso quest’ultima, vista la quasi totale impossibilità di penetrare il duro e denso strato cheratinico del corneocita. Proprio a causa di questo percorso obbligato a slalom tra i corneociti in un mezzo grasso, capiamo che solo le sostanze più liposolubili e più agili e piccole possono realisticamente penetrare in profondità. Tutte le altre saranno trattenute dalla stessa matrice grassa e dalle cheratine. Dal momento però che tanti prodotti cosmetici sono il più delle volte costituiti da grassi, il principio attivo potrebbe realtà avere una maggiore affinità per quest’ultimo che per i grassi cutanei di fatto non dando luogo ad alcun assorbimento

(Paragrafo tratto da Bufale Cosmetiche, Andrea Fratter)

Quali strategie si possono mettere in atto per favorire una rapida ed efficiente  penetrazione dei principi attivi?

Tra le  strategie che possono essere messe in atto per favorire una rapida ed efficiente penetrazione dei principi attivi, oltre all’applicazione di alfa e beta idrossiacidi di cui abbiamo appena parlato, possiamo elencare alcune altrettanto efficaci. Prima dell’applicazione della crema, viso o corpo, posso consigliare di:

  • fare una doccia o un bagno con bagno schiuma delicato,
  • fare uno scrub delicato con perle di jojoba.

Questo perchè la detersione o uno scrub, riducono la coesione e la compattezza della barriera cutanea rimuovendo una parte dei grassi che agiscono da sigillo, rendendo meno coeso lo strato corneo. In questo modo gli attivi troveranno meno resistenza alla penetrazione e si insinueranno all’interno della cute con maggiore facilità.

L’Acido ialuronico penetra?

Cominciamo con il dire che il massimo di concentrazione che può avere l’acido ialuronico è del 2%. Già una concentrazione dell’1,5%  è   altissima.  Esistono della aziende che pubblicizzano il loro prodotti con ialuronico al 30%. Ebbene questo significa prendere in giro il consumatore. Se un prodotto avesse una concentrazione di questo tipo sarebbe una gelatina impossibile da spalmare.

Per quanto riguarda la penetrazione dell’acido ialuronico gli studi ci dicono che se lo ialuronico  ha un peso molecolare basso, circa 2/300 mila Dalton (unità con cui si misurano le dimensioni molecole) la sostanza se pur a fatica riesce a penetrare la cute integra ossia riesce a dislocarsi nell’epidermide (strato della cute più superficiale  che sigilla la nostra pelle e che ci aiuta a difenderci dalle infezioni) svolgendo due funzioni:

  •  trattiene l’acqua in profondità nell’epidermide e quindi reidrata  una cute secca
  • fa da carrier ossia da veicolante di altre sostanze grazie a tutta l’acqua che si porta dietro.

Quest’ultima funzione è interessantissima. Facciamo un esempio. Supponiamo di avere un prodotto che contiene retinolo, acetyl glucosamina e argireline immersi in un gel a base di ialuronico. Ebbene in questo caso possiamo essere certi che otterremo la massima penetrabilità di quelli attivi. Quindi lo ialuronico deve essere visto come un veicolo piuttosto che una sostanza che da far assorbire attraverso la cute.

Le app per analizzare e decifrare i principi attivi presenti nei prodotti sono utili?

Le App sono più o meno tutte utili. Quantomeno per capire, digitando il nome della sostanza, a cosa siamo di fronte se un lipide, un siliconico o una sostanza dannosa tipo il glicole propilenico che purtroppo ancora oggi è presente in alcuni cosmetici ed è il componente dei moderni liquidi anti-gelo per motori.

Siliconi e parabeni sono dannosi?

Nè i siliconi nè i parabeni sono dannosi.

I siliconi NON  sono sostanze tossiche. L’unico problema è che se  il prodotto ne contiene una quantità eccessiva (superiore al 3/4%)  potrebbe occludere la cute modificando la cosidetta “perspiratio insensibilis” fenomeno che consiste nello scambio di acqua che avviene tra l’esterno e l’interno della pelle.

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