Come rimediare ai danni provocati dall’utilizzo degli smalti semipermanenti e frequenza ideale di utilizzo
Una volta che le unghie sono state danneggiate da questa procedura come è possibile rimediare?
Una volta che l’unghia è stata danneggiata, oltre al fatto di sospendere l’utilizzo di questo tipo di smalto per un lungo periodo, non si potrà far altro che aspettare la formazione completa della nuova unghia che avverrà in circa 6 mesi per le unghie delle mani, in 12 mesi circa per quelle dei piedi.
Quali sono i prodotti da applicare che possono aiutare l’unghia a ritornare alla normalità dopo questi trattamenti?
I prodotti da applicare che possono aiutare le nostre unghie a tornare alla normalità, anche in questo caso, sono quelli sopra citati. Assunzione di biotina e applicazione di smalti a base di chitosano.
Evitare i prodotti cosmetici che contengono formaldeide che, come ho già accennato, è dannosa.
Nel caso in cui si voglia comunque utilizzare lo smalto semipermanente quali accortezze suggerisce?
Il mio consiglio è quello di utilizzarlo occasionalmente e non di continuo. La maggior parte dei problemi derivano dal costante utilizzo di questa procedura.
Qual e’ la frequenza ideale di utilizzo dello smalto semipermanente che permette di evitare danni?
Non si può parlare di frequenza ideale. Personalmente ritengo che se lo smalto semipermanente venisse utilizzato in media ogni tre mesi non dovrebbe provocare problematiche di nessuna natura, allergie a parte.
Quali tipologie di unghie è bene non sottoporre allo stress del semipermanente?
Tutti coloro i quali hanno unghie, per varie ragioni, già fragili non dovrebbero utilizzare lo smalto semipermanente. Molte persone credono di rinforzare le unghie applicando questi tipologie di smalti. Si tratta solo di un’effetto illusorio dovuto al prodotto applicato che le rende più dure facendole sembrare, apparentemente, più resistenti. In realtà una volta rimosso lo smalto le unghie saranno più fragili di prima.

Le mie conclusioni
Trovo che quanto riferito la prof.ssa Tosti sia molto interessante e illuminante. Ha svelato dubbi e ci ha raccontato anche alcune curiosità di cui, almeno personalmente, non ero a conoscenza. L’argomento, devo ammettere, interessava, non solo tante amiche che mi seguono e che mi avevano chiesto informazioni, ma anche me, che sono un’ utilizzatrice di questo genere di smalti e di cui, proprio quest’ inverno, ho abusato, trovandomi con unghie a pezzi, sfaldate, con pterigium inverso (ho scoperto che si chiama così e che dipende dall’applicazione del semipermanente, nonostante mi fosse stato detto che era un problema legato alla secchezza della pelle), indebolite e orribili a vedersi.
Ho deciso quindi di sospendere l’applicazione dello smalto subito dopo Natale e, dopo avere intervistato la Prof.ssa Tosti, i primi di Gennaio, ho subito acquistato i prodotti da lei consigliati:
- Biotina per bocca (in farmacia mi hanno suggerito Diathynil),
- smalto al chitosano (attraverso una ricerca sul web ho scoperto Ecocell della Difa Cooper).
Insomma, oggi, a distanza di due mesi da quando ho iniziato la “cura” consigliata, le mie unghie sono tornate alla normalità, sono più resistenti e finalmente posso mostrarle senza più vergognarmi. E da qui in avanti, semipermanente sì, ma con cautela.
Grazie Prof.ssa Tosti.